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La ricerca

L’amore per il contante: l’uso del cash è trasversale per età, professione e titoli

di Giuseppe Centore
L’amore per il contante: l’uso del cash è trasversale per età, professione e titoli

Per Bankitalia dati più elevati in Sardegna e Sicilia nonostante i limitati accessi agli Atm

27 agosto 2024
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Cagliari Un miliardo di euro prelevato ogni giorno, a livello nazionale, dalle migliaia di Atm presenti in tutto il paese segnano un “amore” per il contante da parte dei consumatori che non ammette tradimenti. Incrociando questi dati con quelli relativi ai punti di vendita, si possono ottenere anche dati disaggregati divisi per aree territoriali.

La ricerca più recente è stata fatta, a livello europeo, dalla stessa Banca Centrale, ripresa poi a livello nazionale da uno studio sui sistemi di pagamento di Bankitalia definito lo scorso novembre. Il primo dato da tenere a mente è che, naturalmente, il numero di pagamenti non corrisponde al valore degli stessi.

Se il cash come numero di transazioni sfiora il 70 per cento del totale, il loro valore si ferma al 50 per cento. Il dato più alto si ha proprio nelle due isole, dato aggregato: qui il contante è usato al 72,5 per cento dei pagamenti, con il dato più basso dedicato alle carte, 23,3. Valori insignificanti, sotto il 4 per cento per i pagamenti da smartphone, presenti in numeri consistenti, rispetto al resto del paese solo nel nord-ovest con il 5 per cento del totale.

Alla risposta al questionario su quale sia il mezzo di pagamento preferito, il dato nazionale è più variabile, con un residente su cinque nelle isole che preferisce il cash, superato dal resto del sud. Questi numeri di base rendono omogenea tra classi di età, scolarizzazione e luoghi di provenienza la percentuale di chi usa il contante rispetto ai pagamenti elettronici. Si va così dal 66 per cento tra i possessori di laurea al 73 per cento tra gli ultra65enni che usano contante come forma di pagamento.

Dal punto di vista delle professioni, a livello nazionali gli impiegati sono quelli che usano di meno il contante e gli studenti quello che lo usano di più, mentre per quanto riguarda le transazioni, più sale la somma interessata e meno si usa il contante, che va dal 75 per cento sino a 1000 euro per scendere al 62 per cento sopra i 4mila. L’uso segue tutte le attività transattive comuni.

Chiaramente, come illustra la ricerca, fatta anche attraverso questionari, la carità predilige il contante, mentre all’estremo opposto i viaggi prediligono carte o pagamenti elettronici. In mezzo, biglietti per il cinema, supermarket, stazioni di servizio. Gli acquisti per cibo e market coprono quasi il 60 per cento delle transazioni in contanti, con una media per transazione di circa 50 euro, lontana dalla media per i viaggi, 165 euro, che giustifica appunto l’uso di sistemi di pagamento alternativi al contante. Per quanto riguarda transazioni e valori dei servizi, i trasporti sono il settore dove il cash è ancora usato considerevolmente per numero di transazioni, 41 per cento contro il 47 per cento delle carte; invece per il valore delle transazioni il cash per i trasporti copre solo il 24 per cento della massa di denaro movimentata.

Secondo la ricerca la pandemia non ha aumentato l’uso del cash: solo il 15 per cento degli intervistati ha ammesso di usare più cash, e la spinta a usare più pagamenti elettronici è direttamente collegata, quando ciò accade, alle ridotte commissioni per gli acquirenti. Inutile dire che non è la facilità di accesso agli Atm a far privilegiare il cash, visto che proprio nelle due isole la facilità di accesso ai punti di erogazione del contante è più bassa che nel resto del paese.

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