La Nuova Sardegna

L’intervista

Siccità estrema, Donatella Spano: «Soluzioni diverse per città e campagne»

di Andrea Sini

	Donatella Spano
Donatella Spano

L’ex assessora, docente universitaria: «Temperature massime record ma anche sulle minime siamo ben oltre la media»

04 settembre 2024
2 MINUTI DI LETTURA





Sassari «La Sardegna è a tutti gli effetti un “hot spot” del clima, perché con gli estremi di temperatura e siccità che si stanno registrando è diventata un laboratorio di analisi. La priorità è ripensare e riprogrammare molte delle nostre attività».

Donatella Spano, ex assessora regionale all’Ambiente, docente all’università di Sassari e componente del direttivo del Centro Euromediterraneo dei cambiamenti climatici, conferma le ricadute a livello locale dei cambiamenti climatici, sotto forma di temperature altissime e fenomeni atmosferici estremi. «Quest’estate è caratterizzata da continue ondate di calore – spiega –. Ci sono stati solo brevi momenti di tregua, ma poi il caldo riparte. È evidente che siamo poco abituati a questo, di solito abbiamo avuto estati siccitose, ma non certo caratterizzate da questi estremi di tipo termico. La Sardegna è stata individuata come area record per quanto riguarda le temperature massime, ma anche sulle minime siamo ben oltre la media, con tantissime notti tropicali, ben oltre i 20 gradi».

L’aumento di intensità e frequenza come va affrontato? «Bisogna certamente lavorare sulle opzioni di adattamento a queste condizioni, che non saranno di certo passeggere. Il trend ormai è evidente, con buona pace per i negazionisti che continuano a sostenere che le fluttuazioni meteorologiche ci sono sempre state. Di certo non con questa intensità e frequenza, ormai è da decenni che si va in questa direzione e se si continuerà a insistere sull’utilizzo di combustibili fossili le cose non potranno che peggiorare».

Ogni territorio ha le sue peculiarità, ovviamente, ma è tutta la Sardegna che è a rischio desertificazione. «Ci sono aree che soffrono di più e altre meno – sottolinea la docente –. Per ogni territorio andranno trovate le migliori soluzioni. Esiste uno studio accurato fatto dalla Regione insieme all’università, che investe tutti i settori. Parlo dei centri urbani, del mondo agricolo, forestale, costiero. Nelle città bisogna per esempio limitare la crescita dei luoghi che costituiscono “isole di calore” e che rendono invivibili le aree urbane. Nell’agricoltura in certe zone sarà necessario riprogrammare le date della semina e l’irrigazione ma anche pensare a colture differenti, più resistenti a queste nuove condizioni».

Sullo sfondo, ovviamente c’è la carenza ormai cronica d’acqua. «È fondamentale aumentare la consapevolezza operatori e amministrazioni per cercare trovare soluzioni congiunte e condivise. L’ottimizzazione delle risorse e la diminuzione delle perdite da bacini e condotte sono ormai necessità non derogabili. Su questo vedo che diversi passi sono stati fatti – conclude Donatella Spano – ma bisogna proseguire con decisione su questa strada, anche perché si rischia che tra usi civici da garantire, agricoltura e turismo si crei un conflitto. Invece sono tutti settori da salvaguardare allo stesso modo».

In Primo Piano
L’assemblea

Abbanoa, Giuseppe Sardu eletto presidente con il 96 per cento dei voti

di Giuseppe Centore
Le nostre iniziative