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La storia

Federico Esu: «Con Itaca e Nodi un network tra sardi che hanno idee e progetti»

di Massimo Sechi

	Federico Esu, creatore del podcast Itaca e del movimento Nodi
Federico Esu, creatore del podcast Itaca e del movimento Nodi

L’esperto sardo di innovazione: «Un movimento che connette e valorizza le professionalità della Sardegna sparse nel mondo»

16 settembre 2024
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Sassari  Federico Esu, una carriera tra diritto, business, policy, e innovazione. Esperienze di studio, ricerca, e lavoro in Italia, Uk, Olanda, e Belgio. E poi l’approdo al Consiglio Europeo dell’Innovazione (Eic) e i programmi Ue per la costruzione di un ecosistema europeo dell’innovazione. Il cuore e lo sguardo sempre rivolti però verso la Sardegna. Federico, infatti, è anche il fondatore di Nodi e il creatore (e la voce) di Itaca. Queste iniziative, lanciate quando ancora viveva a Bruxelles, hanno fatto il giro del mondo.

Che cosa è Itaca?

«È il podcast che ho lanciato nel 2021. Volevo creare uno spazio in cui sardi e no, sia sull’isola che all’estero, potessero condividere le loro storie. Non si trattava solo di parlare, ma di ascoltare le voci di chi era partito, rimasto, tornato, o arrivato da altrove. Sin dai primi episodi, ho capito che stavamo creando qualcosa di molto più grande, stavamo costruendo ponti, collegando esperienze e promuovendo un senso di appartenenza che trascendeva i confini geografici».

E così è nato Nodi.

«Esatto. Qualcosa più di un progetto, è un vero e proprio movimento che sta connettendo il capitale umano della Sardegna per rafforzarne il capitale sociale. È una rete in cui ogni connessione, ogni “nodo”, rafforza l’intera struttura. Non è l’ennesimo social network ma un ecosistema in cui le idee possano germogliare, trasformandosi in collaborazioni e progetti concreti».

Quali progetti?

«Oggi più che mai abbiamo bisogno di valorizzare il capitale umano della Sardegna. Raccontare le storie personali è importante, ma se l’intento è valorizzare e attingere dalle tante professionalità manuali e intellettuali allora raccontare non basta. Diventa fondamentale connettersi, creare una rete internazionale e multidisciplinare con valore e potenziale enormi. Man mano che Itaca cresceva, la rete si è evoluta sempre più. Gli ospiti sono entrati in contatto tra loro, da Vancouver a Sydney, da Cartagena a Singapore, da Sassari a Cagliari. Hanno formazioni e professioni diverse: dall’imprenditrice al ricercatore, dalla manager al pubblico ufficiale, dallo scultore alla musicista. Si confrontano regolarmente su questioni legate alla Sardegna e sui progetti che già realizzano, scambiando feedback. La community parla di idee e le trasforma in azioni».

In che modo vanno avanti questi progetti?

«Da due anni organizziamo meetup in tutta l’isola dove le persone si conoscono, condividono idee, avviano progetti e cercano soluzioni. A Laconi, ad esempio, ci siamo confrontati sui temi della vita rurale, dello spopolamento, dell’imprenditorialità giovanile, dell’attrazione dei talenti. C’era l’imprenditrice appena rientrata dalla Germania, il funzionario pubblico che si occupa di questi temi, il ricercatore rientrato dalla Scozia, l’esperta di marketing che ha scelto di restare in Sardegna, l’artigiano del ferro arrivato dall’Albania. Ecco è il valore aggiunto».

E i risultati?

«Intanto le collaborazioni nate tra persone e professionisti che altrimenti non si sarebbero incrociati. In uno dei nostri eventi un imprenditore sardo che vive all’estero ha conosciuto persone che stanno in Sardegna e con cui ha creato un team per lavorare a un progetto. Abbiamo portato gli ospiti di Itaca in scuole e università sarde per condividere le loro esperienze e rispondere alle curiosità degli studenti. Serve per aprire i loro occhi, ampliare gli orizzonti».

E poi c’è l’evento annuale “Ri-POPoliamo” in partnership con altre realtà.

«Sì, è una celebrazione di quanto con Nodi e Itaca facciamo assiduamente. Quest’anno abbiamo riunito circa 200 persone provenienti da tutta l’isola e dall’estero, con background, esperienze e idee diverse. L’energia era forte. Da lì sono nate altre collaborazioni, altre idee, altri progetti».

Quale sarà l’evoluzione di Nodi e Itaca?

«Ci stiamo strutturando e coinvolgendo sempre più persone. Stiamo per lanciare un programma di mentoring che metterà in contatto professionisti in diversi ambiti con giovani e senior che vogliono ricevere consigli su carriera ed esperienze di vita. Continueremo a far emergere le idee dal basso. Il fine è sempre aiutare la Sardegna a fronteggiare le sfide complesse di oggi».

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