La Nuova Sardegna

L’analisi

Spopolamento, la sociologa Romina Deriu: «Servono servizi e il wi-fi»

di Mario Bonu
Spopolamento, la sociologa Romina Deriu: «Servono servizi e il wi-fi»

La docente, di Semestene: «Senza strade e mezzi pubblici i piccoli centri restano isolati e poco attrattivi»

18 ottobre 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Semestene «Una nuova nascita nei nostri paesi è bellissimo segnale, ma perché questo diventi un indicatore di una inversione di tendenza occorre molto di più». È la sintesi del pensiero di Romina Deriu, docente di sociologia all’Università di Sassari, delegata di dipartimento alla terza missione, quella che cura i rapporti fra università e territorio. Ma Romina Deriu è anche una semestenese doc, che per il suo paese natale nutre un amore sconfinato, e che da studiosa rigorosa preferisce evitare i facili entusiasmi, che anziché favorire, rischierebbero di danneggiare la causa per il ripopolamento dei piccoli centri.

«La scelta di Antonio e di Jean di vivere a Semestene – aggiunge la docente – è per molti versi ammirevole, anche perché è stata consapevole e ben ponderata, e la nascita di Landhe Yu Sotgiu ne è una coerente conseguenza. Ma è anche la scelta di due persone che la consapevolezza l’hanno maturata attraverso un percorso culturale non comune a tutti».

Romina Deriu conosce molto bene Antonio Sotgiu e Jean Se-Jing Ni, in quanto entrambi sono dottorandi all’Università di Sassari. Antonio, dopo aver conseguito la laurea triennale e la magistrale in architettura ad Alghero, ha un dottorato di ricerca in Agraria, e con la docente di sociologia collabora in alcuni lavori, mentre Jean ha un dottorato in Servizi sociali. Ma Antonio è anche impegnato per la rinascita del suo paese, con l’organizzazione di iniziative che servano a rivitalizzarlo. Una di queste, “Foghiles”, nel senso dei focolari che hanno sempre rappresentato il cuore intorno a cui si sono riunite le comunità.

«Per questo – aggiunge Romina Deriu – la scelta di vivere a Semestene e la nascita della bambina rappresentano un esempio che può diventare trainante. Ma perché questo avvenga, occorre che chi ne ha la competenza crei le condizioni, diversamente, i nostri piccoli centri continueranno ad essere espulsivi». Fra quelle condizioni, il “minimo sindacale” di una connessione wi-fi pubblica che consenta di lavorare in remoto, e che al momento è una mera chimera. Anche perché quella privata, che si dovrebbe appoggiare ai telefoni cellulari, in molta parte del paese non esiste, essendo che i telefoni non hanno campo. Senza dimenticare i collegamenti stradali e dei mezzi pubblici, ma più in generale le politiche di rilancio delle attività rurali. «Sono tutti temi che mi stanno a cuore – precisa Romina Deriu – ma senza tutti quei servizi Semestene, così come tutti i nostri piccoli centri, rimane isolato e poco attrattivo, per cui la bella notizia della nascita di Landhe rischia di essere la classica rondine che non fa primavera». Tutte tesi che la docente di sociologia sostiene da tempo, e che ha sviluppato nella pubblicazione “Spopolamento, saperi, governo locale. Il caso del Meilogu”.

Primo piano
L’intervento

Perdasdefogu, colpito per sbaglio da una fucilata durante la caccia

Le nostre iniziative