La Nuova Sardegna

Il caso

Su Facebook: «Cuccioli in vendita» ma con le orecchie mozzate

di Luigi Soriga
Su Facebook: «Cuccioli in vendita» ma con le orecchie mozzate

La denuncia del surfista Marco Pistidda e della Lega Italiana Difesa Animali: «Per mutilarli hanno usato le forbici o un coltello»

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Sassari Il gruppo si chiama Dogo Sardo e il post diceva: disponibili ultimi due cuccioli di due mesi. E sotto i vari commenti: «Che carini!» o «Che occhioni dolci». Nessuno però che notasse un particolare: i cagnetti avevano tutti le orecchie tagliate. E chi aveva fatto quel ricamo, non era certo la mano di un professionista. Le forbici o il coltello era stato utilizzato da un “macellaio”.

Marco Bonga Pistidda, surfista, animalista e proprietario di una piccola “Arca di Noe” tra cani, gatti e asinelli e altri animali, è rimasto colpito proprio dalle orecchie. «Prima ho telefonato a due amiche veterinarie, ho mostrato l’annuncio, e loro hanno confermato la pratica barbara e artigianale che in Sardegna viene fatta ancora da troppe persone».

Dopodiché Marco Pistidda scrive a sua volta un suo post su Fb: «Questo è ciò che hanno subito questi cuccioli di pochi mesi. Ignoranza mischiata a crudeltà senza nessuna compassione. Immagino solo la sofferenza che hanno provato queste creature. Questo è considerato un reato. Il maltrattamento animale va sempre denunciato! Nessuna tolleranza per certi gesti e per certi individui».

Il post viene inoltrato anche a Fatima Fiocca, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente sezione di Sassari. Lei segnala il gruppo Fb che ha pubblicato l’annuncio e denuncia ai carabinieri l’autore del post, che con tutta probabilità è anche il proprietario dei cuccioli mutilati. Il quale si è reso anche responsabile di maltrattamento di animale, perché il taglio delle orecchie e della coda dei cani è proibito dalla legge da diversi anni. Non possono eseguire questi interventi di carattere puramente estetico, nemmeno i veterinari, che infatti difficilmente rischiano la propria attività e si rifiutano di fare la “conchectomia”. Ma purtroppo molti allevatori suppliscono con un barbaro faidate. 

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