La Nuova Sardegna

L’allarme

Sanità nell’isola: tac, ecografie e visite differite sforano i tempi di legge

di Luigi Soriga
Sanità nell’isola: tac, ecografie e visite differite sforano i tempi di legge

Le Asl che non danno risposte dovrebbero rimborsare gli utenti

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari Intervenire in maniera drastica sull’abbattimento delle liste d’attesa, è quantomai urgente. Le rilevazioni settimanali svolte dall’assessorato regionale alla Sanità sui tempi prospettati al momento della prenotazione al Cup, mostrano quanto sia difficile per un paziente trovare delle risposte nei tempi previsti dalla legge.

Il report si concentra sulla classe D che sta per “ Differibile”: si tratta di prestazioni da erogare entro 30 o 60 giorni, per situazioni di possibile aggravamento della patologia, ma non in tempi così brevi. Ecco, se si scorre l’elenco delle tac, delle risonanze, delle visite ambulatoriali, si nota subito che il 90 per cento delle prenotazioni non solo non rispetta l’arco temporale imposto dalla legge, ma lo sfora in maniera clamorosa. Vediamo nel dettaglio alcune tipologie di esami a 30 giorni, con la media dei tempi d’attesa in Sardegna.

Prima Visita cardiologica: 112 giorni. Prima Visita chirurgia vascolare: 121. Prima Visita endocrinologica: 139. Oculistica: 122. Urologica: 103. Dermatologo: 107. Gastroenterologica: 248. Pneumologica: 123. Se si passa invece alle visite da effettuare entro 60 giorni, la mammografia bilaterale è una di quelle essenziali per una adeguata campagna di prevenzione: ma la Mammografia bilaterale ha tempi di attesa medi di 137 giorni e la mammografia monolaterale è 168.

Dopodiché si passa alle varie Tac difficili da prenotare attraverso il Cup. TC del torace, senza e con contrasto: 96 giorni di attesa media. TC dell'Addome completo, senza e con contrasto: 85. TC del cranio e dell'encefalo, senza e con contrasto: 80. I tempi si dilatano a dismisura quando la richiesta riguarda le risonanze magnetiche. RM del cervello e del tronco encefalico, senza e con contrasto: 306 giorni. RM dell'addome inferiore e scavo pelvico, senza e con contrasto: nonostante le prestazioni prenotate nell’arco di una settimana siano solo 12, il primo appuntamento disponibile è in media dopo 427 giorni. RM della colonna: 124. Grosse difficoltà a dare risposte anche sul fronte delle ecografie. Eco (color) dopplergrafia cardiaca: 114 giorni. Ecografia bilaterale della mammella: 141. Ecocolordoppler degli arti superiori o inferiori: 191. A incidere negativamente e a dilatare parecchio i tempi di attesa, ci sono le carenti prestazioni delle strutture private in convenzione del nord Sardegna. Su questo versante pesano due fattori: innanzitutto la ripartizione del budget regionale, con un rapporto di 20 a 80 tra nord e sud.

Un gap decennale che nessuna amministrazione è mai riuscita ad assottigliare, perché le risorse vengono sempre erogate sulla base dello storico, e non considerando le esigenze dei territori e soprattutto il fabbisogno per ogni singola prestazione. L’altro grande problema riguarda i tempi di distribuzione dei soldi , che registrano anche dieci mesi di ritardo. Questo fa in modo che le strutture private non siano in grado di predisporre un’adeguata programmazione, e che spesso i budget vengano consumati in tempi molto brevi. Una opzione che tutte le Asl dovrebbero prendere in seria considerazione, è quella di recepire la norma nazionale che impone alle Asl di coprire le spese sanitarie degli utenti che non riescono a prenotare un esame diagnostico o una visita attraverso il Cup nei tempi previsti dalla legge.

Ogni Asl dovrebbe deliberare in questo senso, in modo che i pazienti non siano per forza costretti a pagare le cure di tasca propria. Si tratta di una proposta ribadita qualche giorno fa dal presidente dell’Ordine dei medici di Sassari Nicola Addis, e rilanciata anche dal sindacato Cisl, molto preoccupato dal fatto che un terzo dei sardi sia costretto a rinunciare alle cure, perché privo della disponibilità economica.

Primo piano
La maxi inchiesta

La latitanza del boss Raduano dopo l’evasione: ecco cosa sappiamo

di Serena Lullia
Le nostre iniziative