La Nuova Sardegna

Siccità

Dissalatori, Giovanni Sanna: «È davvero la soluzione, per i miei hotel nell’isola ne costruirò 18»

Dissalatori, Giovanni Sanna: «È davvero la soluzione, per i miei hotel nell’isola ne costruirò 18»

Parla l'imprenditore leader del gruppo “Studio vacanze”

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Sassari «Quando l’ho detto la prima volta, mi davano quasi del pazzo». L’imprenditore Giovanni Sanna già a maggio si era messo in proprio guardando al mare e alla possibilità di reperire da lì le quantità di acqua che dalle condotte non passavano più. Leader nel settore alberghiero con il gruppo “Studio vacanze”, hotel, resort e residence disseminati nell’isola, adesso parla dopo aver messo in pratica quella pensata. Il privato si muove in maniera più agile del pubblico, e perciò Sanna può raccontare di frutti già raccolti. «E non ho dubbi: per il prossimo anno ho in progetto di realizzarne in totale 18, uno per ogni struttura».

Come funziona Giovanni Sanna era partito da due impianti, uno a Budoni e uno a La Caletta, per servire altrettanti hotel. Il secondo è entrato pienamente in funzione e ha permesso di superare l’ultima estate: «Come funziona? Prende l’acqua dal mare vicino al piccolo porto, ha due tubi: uno verso il dessalinizzatore presente in albergo. Viene estratto il sale e la salamoia torna con l’altro tubo in mare. Semplice, l’acqua che diamo ai clienti è pura e l’impatto sull’ambiente è ridotto ai minimi termini». Un procedimento che amplificato potrebbe risolvere molti problemi nelle aree più aride della Sardegna. Il dissalatore di La Caletta assomiglia a un piccolo container, collegato a tubi e due piccole cisterne. All’interno, invece, un sistema di filtri si occupa del procedimento finale, che restituisce acqua potabile e pronta all’uso.

Turismo «In estate si sono interessati e hanno fatto tanto Regione e Comune, e mi sento di ringraziare il consorzio di bonifica – sostiene Giovanni Sanna –. Abbiamo chiuso uno dei nostri alberghi il 6 novembre e dal 28 ottobre eravamo senza acqua. Non è stato facile». L’emergenza idrica ha spaventato e non poco nel pieno dei mesi estivi, e quindi turistici. I sindaci hanno dovuto ricorrere a ordinanze per contingentare l’apertura dei rubinetti nelle strutture ricettive ma anche nelle abitazioni. Era il momento della «caccia alle streghe obbligata», così l’aveva chiamata il primo cittadino di Budoni, Antonio Addis, a chi innaffiava i giardini o lavava l’auto.

Con le poche risorse della diga di riferimento, con il via vai di autobotti e il ripristino di alcuni pozzi, i turisti hanno portato a casa più ricordi felici che lamentele per disagi. La vacanza sarda è stata salvata. «Ma adesso non basta vedere qualche pioggia per pensare che sia tutto messo alle spalle. Altrimenti torneremo presto al punto di partenza», avverte Sanna. L’imprenditore poi spiega: «Non ho inventato niente, quella dei dissalatori è una soluzione che esiste da tempo. Abbiamo una struttura in Kenya, lì ne usiamo uno. I tempi? Ricevuti i permessi, circa un mese. Ma bisogna rivolgersi oltremare, nell’isola non ci sono aziende che ne costruiscono». (p.ard.)

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