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Stretta sui check-in, le associazioni di B&b: «Una caccia alle streghe»

di Andrea Massidda
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Keybox Le novità per gli operatori isolani

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Cagliari «Il divieto di identificare da remoto gli ospiti dei bed&breakfast? È un falso problema. Non foss’altro perché in Italia l’obbligo di effettuare de visu il check-in dei clienti esiste da sempre e la circolare inviata in questi giorni dal capo della polizia alle prefetture non fa altro che ribadirlo. Discorso diverso è invece quello sull’impossibilità per legge di poter utilizzare strumenti di lavoro come la keybox o le tastierine per i codici di accesso alle strutture. In questo caso sembra davvero che si stia scatenando una caccia alle streghe e tutto ciò non ci piace per niente». Laura Zazzara, presidente dell’associazione “B&B in Cagliari e in Sardegna”, che riunisce ben trecento titolari di strutture extralberghiere dell’isola, non potrebbe essere più chiara nell’esporre il suo punto di vista a proposito delle limitazioni che il governo si starebbe apprestando a far rispettare con estremo zelo in materia di ricezione a breve termine. Tuttavia, come si vedrà, l’argomento non è affatto così semplice.

Ma che cosa sono esattamente le keybox? «Si tratta – spiega Laura Zazzara – di piccole cassette di sicurezza che contengono al loro interno le chiavi della struttura e fanno sì che il cliente possa prenderle in qualsiasi momento semplicemente digitando il codice che il titolare gli ha inviato sul cellulare.

Insomma, una maniera più elegante rispetto a quella tradizionale di lasciare le chiavi nel vaso di fiori o sotto lo zerbino». Ma allora perché c’è chi le considera poco sicure o addirittura un attentato al decoro urbano? «Perché in teoria questa keybox agevolano il check-in a distanza, cosa che come ho detto è vietata – continua Laura Zazzara –. Ma la verità è che la maggior parte di noi titolari fanno il check-in in presenza e utilizzano le keybox per far pulire le stanze o per gli operai che fanno manutenzione. Poi, certo, ci sono quei casi in cui l’ospite arriva alla 3 del mattino e allora, dopo aver spedito i documenti, prende subito possesso dell’alloggio per poi farsi identificare di persona il giorno dopo».

Per molti proprietari di b&b si tratta di un accanimento contro il comparto extralberghiero. «Nel 2024 sembra che siamo diventati la fonte di tutti i mali – conclude la presidente dell’associazione – tanto è vero che nel giro di pochi mesi hanno introdotto obblighi come quello del Cin, il Codice identificativo nazionale, o quello per le piattaforme come Booking o Airb&b a fare da sostituto d’imposta così da prelevare direttamente l’importo della cedolare secca. Il nostro timore è che con tutto questo tam tam mediatico si scateni un odio contro di noi e ci sia qualche esaltato che magari si mette a distruggere le keybox».


 

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