La Nuova Sardegna

Protezione civile

Per il dissesto idrogeologico 218 milioni: «Così rendiamo la Sardegna più sicura»

di Alessandro Mele
I danni causati dal dissesto idrogeologico (foto di Massimo Locci)
I danni causati dal dissesto idrogeologico (foto di Massimo Locci)

L’assessore Antonio Piu: «Comunità in pericolo finché gli interventi non saranno conclusi»

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Sassari Bitti, Olbia, Capoterra. Comunità disseminate dalle croci delle vittime del dissesto idrogeologico, delle alluvioni. Ma su quelle macerie si è iniziato a ricostruire e a progettare con i soldi pubblici e con l’unico obbiettivo di evitare nuovi disastri.

«Perché quelle comunità non sono ancora al sicuro – dice l’assessore regionale ai Lavori pubblici Antonio Piu – e non lo saranno finché tutte le opere di miglioramento e messa in sicurezza non saranno completate e per il momento ancora non lo sono. Dare false rassicurazioni sarebbe inutile. Ai sardi bisogna dire la verità se si tratta della salvaguardia di vite umane».

218 milioni Stanziare risorse sul dissesto idrogeologico è sempre una pratica complicata. Infatti, non c’è piaga più variabile di questa perché legata, per natura, ai fenomeni derivanti dal cambiamento climatico, soprattutto le precipitazioni atmosferiche.

«Proprio per questo è una piaga da combattere con i mezzi forniti dall’economia – dice Antonio Piu – scandagliando emergenza per emergenza. Il totale di quanto era da finanziare in Sardegna ammonta a 218milioni e 300mila euro». «Soldi che servono a un cambio culturale radicale – prosegue l’assessore –, legato al fatto che dobbiamo essere sempre pronti perché non sappiamo cosa ci riserverà il domani. Però abbiamo lavorato duramente affinché quanto successo a Bitti e a Olbia non succeda mai più. Solo così le zone della Sardegna nelle quali sono accaduti eventi terribili saranno finalmente sicure».

I finanziamenti «I soldi che stanno arrivando in Sardegna seguono diverse linee di finanziamento – spiega ancora il titolare della delega regionale ai Lavori pubblici –. Percorsi pensati per poi farli convergere in un intervento totalizzante ma soprattutto efficace e duraturo nel tempo».

Così i soldi che arrivano nelle casse della Regione hanno provenienze diverse: «Ci sono i finanziamenti che arrivano dal fondo del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica – afferma ancora l’assessore – che, per un totale di 60milioni di euro, richiesti dai nostri uffici con la presentazione di schede di progetto, ci consentiranno di finanziare 21 interventi nell’isola. Altri 2milioni e 300mila euro li abbiamo messi noi direttamente dalle casse della Regione e altri 60 milioni arrivano invece dai fondi per la mitigazione del dissesto idrogeologico erogati dal Fondo di Sviluppo e coesione (Fsc)».

E ancora: «Altri 30milioni arrivano dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Questi finanzieranno la progettazione e l’esecuzione di due interventi a Bitti, uno a Domus de Maria e un altro a Capoterra. Infine, altri 66milioni di euro copriranno i costi di altri due interventi a Bitti, paese sul quale così si è intervenuti al 100 percento sulle opere da fare; e altri due interventi sul fiume Cedrino, nella zona di Orosei. Porzione di territorio, la Baronia, storicamente sempre ad alto rischio di inondazioni».

L’attuazione Lo stato di attuazione del piano contro il dissesto idrogeologico in cifre: «Gli interventi finanziati tra il 1996 e il 2024 – afferma ancora l’esponente della giunta Todde – sono in totale 1971. Quelli ultimati sono 1.009, mentre quelli da ultimare sono invece 962. Sono 569 quelli ancora da appaltare. Nei Comuni interventi doppi sul dissesto idrogeologico. Con progettazione ed esecuzione, sono in totale 734. Tra questi, 362 per il rischio allagamento e 372 sul rischio frana».

E ancora: «Gli interventi fatti con i poteri del commissario di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico nella Regione Sardegna, in capo alla presidenza ma per i quali è delegato questo assessorato, sono in tutto 164 dei quali 33 in esecuzione, 28 ultimati e 103 opere in fase di progettazione».

Il piano «La strategia è stata quella di agire su più linee di intervento cercando di capire a quanto ammontasse la reale necessità – ribadisce Piu –. Una volta individuato questo, siamo riusciti a coprire le esigenze di tutti i territori al 100 percento e omogeneizzato gli interventi».

Un ruolo determinante in questo percorso lo avranno i Comuni, soprattutto in termini di sensibilizzazione: «Il mio auspicio è quello di trovare una linea condivisa di intervento sulle criticità con i Comuni – spiega l’assessore – tenendo conto che ci sono cambiamenti climatici in corso e quindi fenomeni atmosferici che si verificano in maniera diversa e con incidenze nuove. La natura ci ha messo davanti a una sfida nuova e ora è fondamentale monitorare quotidianamente sul fatto che le risorse vengano spese correttamente. Bisogna anche fare in modo che i sindaci potenzino i piani di protezione civile e che comunichino con i cittadini sull'importanza di queste opere che possono salvare la vita».

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