Matrimoni in crisi
Il sì in chiesa è una rarità: «Colpa delle convivenze»
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Don Francesco Mariani
Don Francesco Mariani: «Al giorno d’oggi questi vincoli fanno paura»
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Sassari Abituato ad avere sempre uno sguardo critico, che plana sulle cose e le guarda dall’alto, don Francesco Mariani parte dalla fine: «Sempre meno matrimoni, tante separazioni: ad avere la peggio sono i figli». Don Mariani è un faro a Nuoro e in Barbagia, e soprattutto unisce la visione prettamente ecclesiastica, quella del sacerdote, alla visione civile, quella che lo ha portato a laurearsi in sociologia e che lo vede alla guida della rivista “L’Ortobene”. La nuova società Poco più di quattromila matrimoni celebrati nell’isola in un solo anno sono la conferma di un cambiamento che parte da lontano. Rispetto a cinque anni fa il calo non è poi così drastico, rispetto a quindici o venti anni fa lo è. «La situazione è cambiata profondamente – osserva –. In generale, adesso o non ci si sposa o lo si fa in età già avanzata». Le sue parole sono supportate dalle tabelle demografiche dell’Istat che sul tema mostra come nel 2023 l’età in cui ci si sposa di più è 34 anni. Cresce tutta la fascia fino ai 50. Tra i giovani è una prateria di zeri, salvo le quasi impercettibili eccezioni. Da un polo all’altro, la persona più giovane a dire “sì” nel 2023 aveva 20 anni, la più anziana 88 anni. «I matrimoni religiosi sono in calo, ma è così anche per quelli civili. Il motivo? Perché la forma preponderante è la convivenza». La paura non è quella di stare insieme. Ma quella del vincolo. «Ricordiamoci che nell’isola oltre il 50 per cento dei bambini nasce da coppie conviventi o hanno una situazione monogenitoriale». Precarietà Parla di precarietà, don Francesco Mariani, precarietà dei rapporti. «Spesso le relazioni tra i genitori si concludono trascinandosi dietro una serie di ripicche e rivalse al momento della separazione, che si riversano sui figli». Parla con cognizione di causa il sacerdote-sociologo, perché è anche presidente della cooperativa sociale “Il mandorlo” che opera proprio a Nuoro. «Attualmente seguiamo 17 minori. Posso assicurare una cosa – spiega don Mariani –. Che neanche uno è entrato in comunità per difficoltà economiche. Tutti, invece, presentano situazioni complicate in famiglia. Guerre in corso dove purtroppo bambini e bambine vengono bistrattati come su un tavolo da ping pong e usati come carte di scambio. In questo modo crescono individui che acquisiscono fragilità date da un amore precario». La comunità è prossima al compimento dei 30 anni e, ricorda don Mariani, «tra i ’90 e i primi Duemila chi arrivava qui aveva tra i 14 e i 18 anni. Adesso l’età si è abbassata di molto, i problemi cominciano già tra i 7 e i 14 anni». Decidere di sposarsi, formare una famiglia, sono passi importanti nella vita. Passi che in questo momento storico non vengono compiuti. Quando succede, il dietrofront è molto più probabile. Egoismi Il matrimonio, sostiene don Mariani, «ha cambiato ruolo nel contesto culturale e sociale di oggi. Nelle passate generazioni il “noi” coincideva con l’io. Non ti veniva chiesto “chi sei”, ma “figlio di chi sei”. Il nucleo identificava il soggetto», la lettura applicata sembra da manuale sociologico. «Oggi è il contrario, questa sorta di egocentrismo rende difficile una collaborazione, nei rapporti sentimentali, nei luoghi di lavoro: due egoismi non fanno una compagnia, ma fanno un egoismo al quadrato». Il vecchio modello della famiglia non esiste più. Ma l’accentuazione del proprio io è suggerita spesso da situazioni economiche anch’esse precarie. «Io ritengo che per arrivare al matrimonio serva essere maturi e capire cosa significhi la vita matrimoniale. Altrimenti è facile capire che non durerà», conclude don Francesco Mariani. (paolo ardovino)