La Nuova Sardegna

Vinitaly 2025

Le donne del vino a Verona, una task force di successo

di Ilenia Mura
Le donne del vino a Verona, una task force di successo

Il bilancio della rappresentanza delle 18 cantine associate

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Sassari Le donne del Vino Sardegna, quasi tutte presenti al Vinitaly 2025 in rappresentanza di 18 cantine dell’isola. A cominciare dalla presidente Nina Puddu, soddisfatta del successo avuto col suo Cannonau bianco: «Il Gioias». Fra gli stand della manifestazione veronese, Antonella Corda, dell’omonima cantina di Serdiana, dove si trova anche l’azienda Auduraya rappresentata da Nicoletta Pala e Beatrice Ragazzo. A Bulzi, la donna del vino si chiama Naomi Deaddis, mentre per la Cantina di Dorgali ci sono Claudia Secci e Donatella Buttu. Per la Cantina di Dolianova, la donna del vino è Laura Vincis, per quella del Vermentino Domenica Meloni. Per Quarto Moro, Oristano, c’è Luciana Baso. Per la Cantina Pala, a Serdiana, Maria Amalia Dessì. Fra le donne del vino anche Valeria Pilloni della Cantina Su Entu di Sanluri. Fino alle tenute Olbios di Olbia, con Daniela Pinna e la cantina Alberto Loi, di Cardedu, presente con Francesca Loi.

Per la cantina (di famiglia) Tani, le sorelle Angelica e Roberta, raccontano i due riconoscimenti conquistati: «Premiati il nostro Vermentino di Gallura Meoru e il rosè di Cannonau Vilù, che prende il nome da quelli di mia figlia e la figlia di mia sorella, Viola e Luna», racconta Roberta, appena rientrata «strafelice» dal Vinitaly di Verona . Il loro vino più apprezzato? «Il Tearra, Vermentino di Gallura Docg superiore, ma piace anche il nostro rosso IGT Isola dei Nuraghi rosso, Serranu». La loro è una storia fra i vitigni nata negli anni Ottanta: «A Monti la tradizione vitivinicola è sempre stata molto forte, si è sempre prodotto il vino per il fabbisogno familiare. Noi avevamo le vigne centenarie di nostra nonna, mio padre Tanino decise di investire e aprire l’azienda. Ora esportiamo un 25% della produzione all’estero». Valentina Argiolas, della Cantina di famiglia fondata dal nonno Antonio, rientra dal Vinitaly felice del successo avuto dalla presentazione di quello che sarà il suo prossimo vino dealcolato «un Nuragus di 10.5 gradi che abbiamo fatto degustare ai potenziali clienti». Fra le attese nuove annate in arrivo ci sono due punte di diamante della cantina: «Il Korem del 2022 e il nostro Turriga del 2021». I pregiati vini della cantina Argiolas saranno in vendita dal prossimo giugno. Le bollicine hanno conquistato buyer e visitatori: «Tagliamare e Metodo classico sono stati molto apprezzati».

Fra le cantine appena nate, Gibadda, ad Arbus, fondata nel 2014. La donna del vino, Patrizia Vidotto, racconta i l suo secondo anno al Vinitaly confermando il successo delle presenze all’interno del padiglione Sardegna: «I nostri vini non sono ancora molto conosciuti, fra loro ci sono Mommoti e Mommotino, ossia l’uomo nero, perché hanno un bel colore nero intenso. I nostri vigneti si estendono per circa 4 ettari. Coltiviamo vitigni autoctoni (Barbera Sardo, Bovale, Cannonau, Carignano, Monica e Vermentino) e vinifichiamo sia con metodi tradizionali sia in anfora». Fra le donne dell’associazione del vino arrivate a Verona, presente Barbara Sini, della Cantina Contini di Oristano, Mariagrazia Perra della Cantina Ferruccio Deiana di Settimo San Pietro, nel sud Sardegna. E ancora Alessandra Seghene della cantina Crabioni di Sorso, con i vigneti nella zona del nuraghe Crabioni a Tres Montes: «Abbiamo solo vitigni autoctoni – racconta – quali moscato, vermentino, cagnulari e cannonau. In totale 20 ettari vitati». 

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