San Martino, il legale dei lavoratori: «Lo stop alla produzione è un danno per l’azienda»
«Il protrarsi del blocco operativo sta infatti causando un deprezzamento del patrimonio, perdita di clienti e rischi di ulteriore erosione del valore residuo»
Sassari Una richiesta di chiarimenti urgenti sui termini e le ragioni economiche-tecnico organizzative che hanno portato alla sospensione delle attività lavorative nello stabilimento della San Martino a Codrongianos. È stata presentata ieri dall’avvocato Giovanni Campus ed è indirizzata al curatore della gestione liquidatoria nominato dal Tribunale di Sassari, Gianfranco Sotgiu.
Il legale tutela gli interessi dei lavoratori iscritti alla Uila Uil e fa seguito anche alle testimonianze di alcuni lavoratori che avevano chiesto l’intervento delle istituzioni per evitare che la vicenda della San Martino restasse avvolta nel silenzio con rischi gravissimi per il futuro dei lavoratori, sospesi dall’attività con provvedimento unilaterale.
L’avvocato Campus sostiene che «la sospensione delle attività, seppur formalmente legittima, appare priva di una ragione economicamente valida che ne giustifichi la prosecuzione. Il protrarsi del blocco operativo sta infatti causando un danno economico progressivo all’azienda, con deprezzamento del patrimonio, perdita di clienti e rischi di ulteriore erosione del valore residuo, in contrasto con gli obiettivi della procedura fallimentare».
E aggiunge che non sono stati comunicati ai lavoratori e alle parti interessate «i termini temporali della sospensione. Le ragioni specifiche che ne giustificano la necessità, in assenza di esercizio provvisorio. Le valutazioni tecniche effettuate dal curatore per bilanciare l’interesse alla sospensione con il dovere di preservare il valore aziendale».
Nella lettera inviata al curatore che segue la vicenda della San Martino (alla quale il Tribunale ha respinto la proposta di concordato preventivo ravvisando rilevanti criticità), l’avvocato Campus sottolinea che «la procedura fallimentare è finalizzata alla massimizzazione della soddisfazione dei creditori (art. 72 I.fall.). Una sospensione prolungata e non giustificata, che aggrava il passivo anziché contenerlo, rischia di vanificare tale obiettivo, ledendo i diritti di tutte le parti coinvolte».
Tra le richieste formulate dall’avvocato che tutela i lavoratori iscritti alla Uila Uil figurano: «La documentazione dettagliata delle ragioni economiche, tecniche e giuridiche che hanno portato alla sospensione, con specifico riferimento alle valutazioni di convenienza effettuate dal curatore, ai sensi dell’art. 72 I.fall. E quelle riferite all’analisi dell’impatto economico della sospensione sul patrimonio aziendale». Oltre alla definizione di termini certi per la sospensione, con comunicazione scritta ai lavoratori per il tramite del sindacato, evitando proroghe arbitrarie.
E poi: la valutazione immediata della revoca o modifica della sospensione, qualora emergano alternative meno dannose (esempio la riattivazione parziale delle attività, vendita del ramo d’azienda, accordi con creditori privilegiati). Coinvolgimento del sindacato in un confronto trasparente, per individuare soluzioni condivise che contemperino: la tutela dei lavoratori (diritti retributivi in caso di scioglimento del rapporto, art. 2118 c.c.)La prevenzione di ulteriori danni al patrimonio aziendale».
Della vertenza dei lavoratori San Martino si sta interessando l’assessora regionale al Lavoro Desirè Manca: «Siamo pronti ad aprire un tavolo di confronto, a mettere in atto tutte le azioni necessarie a tutelare i lavoratori e le loro famiglie ed evitare un nuovo dramma occupazionale che coinvolge venti lavoratori impiegati in un territorio già fragile economicamente».