Siccità: più acqua negli invasi ma la Nurra resta ancora a secco
Ad aprile nei bacini sardi si è riversato 1 milione di metri cubi. Circoletto rosso nel Bidighinzu: volume a zero
Sassari Un milione di metri cubi in un mese sono una boccata di ossigeno per gli invasi sardi, ma la situazione di emergenza resta. Soprattutto perché il Bidighinzu era vuoto a marzo e rimane a secco anche ad aprile, e gli altri bacini del Cuga e del Temo restano a circa il 23 per cento della capienza. Insomma, nella Nurra lo scenario è ancora critico, e le precipitazioni non hanno aiutato a migliorare la situazione.
In generale la percentuale di riempimento degli invasi sardi è passata dal 57,6 per cento di marzo, agli attuali 63,5 per cento. Una cifra leggermente più bassa rispetto alle riserve idriche del 2024, quando ad aprile si registrava il 65,47 per cento.
La situazione Il nord dell’isola continua a soffrire, perché nella zona idrografica del Coghinas, Mannu e Temo i bacini sono a metà, precisamente al 52% rispetto al 48% del mese scorso. Però lo stato dei vari invasi è molto differente. Si passa da Muzzone (Coghinas) pieno al 63,5% e a Monte Lerno (Pattada) colmo all’80% per poi scendere a una percentuale del 29,6% di Casteldoria, dove addirittura la situazione è peggiorata rispetto a marzo (33,4%). Male il Cuga (23%) mentre a marzo era al 21,6%, ancora peggio a Monte Leone Roccadoria, che langue al 22,2%, a marzo era 18,2%. Un disastro, come già detto, il bacino del Bidighinzu, dove a fronte di 11 milioni di metri cubi autorizzati, il volume attuale è zero.
Per capire lo scenario di emergenza è bene ricordare che nell’aprile del 2024 la percentuale di riempimento del Bidighinzu era pari al 70%, e nonostante questa “abbondanza” il territorio aveva dovuto fare i conti con una gestione idrica parsimoniosa. L’altro circoletto rosso riguarda il Sulcis-Iglesiente. I volumi invasati passano a distanza di un mese dai 25 milioni (33,5%) agli attuali 27 milioni (35,5%). Invece nel distretto idrico del Flumendosa, Campidano e Cixerri le precipitazioni hanno inciso in maniera decisamente maggiore, e la percentuale di riempimento degli invasi è passata dal 43,8% di marzo al 50,3 di aprile. Una quantità superiore anche a quella del 2024, quando l’acqua dei bacini raggiungeva il 47%. Più tranquilla la situazione nel Tirso, che in questo momento può contare sul 81,7% del livello idrico, contro il 74,6% di marzo. C’è da dire però che un anno fa i bacini erano pieni quasi al massimo della loro capienza, cioè al 96%. Migliora leggermente lo scenario nel Liscia, dove il riempimento è del 78% contro il 77% del mese scorso.
Nel 2024 il bacino era all’80,6%. Infine nessun problema per quando riguarda Posada-Cedrino, che si attestano al 97,2 % della capienza, un dato decisamente migliore rispetto al 2024 quando la percentuale era ferma al 61,7%. Infine il Flumendosa è praticamente colmo, col 99,9% di riempimento. Il monitoraggio della siccità fatto della Regione individua come zone verdi, cioè con una gestione idrica normale, la Gallura (Liscia), il Cedrino e l’Ogliastra. Necessita invece di un primo livello di vigilanza, con restrizioni minime o assenti, l’Alto Taloro (Govossai), che nella mappa assume il colore giallo. Sono invece arancioni, cioè in una situazione di criticità tale da ricorrere ad eventuali restrizioni, le zone Alto Coghinas, Basso Sulcis, Posada, Tirso-Flumentosa. Le aree di assoluta emergenza, cioè le zone rosse, sono quelle della Nurra, dove è possibile che si debba far fronte alla carenza idrica interrompendo talvolta l’erogazione dell’acqua destinata alle colture dell’agro.