“Profondo Nero” del regista Pili premiato all’Hip hop Cinefest di Roma
Il docufilm è un viaggio emotivo e visivo: esplora il rapporto tra arte urbana e salute mentale
Sassari Anche il docufilm “Profondo nero” del regista sardo Roberto Pili premiato all’Hip Hop Cinefest di Roma, uno dei soli tre festival al mondo interamente dedicati alla cultura hip hop come linguaggio artistico, sociale e politico. L’evento ha ribadito il ruolo di Roma come capitale europea del cinema indipendente e dell’attivismo culturale e fra i riconoscimenti assegnati nel corso della cerimonia conclusiva, la giuria del festival ha conferito al docufilm “Profondo nero” del regista sardo Roberto Pili, prodotto da Francesco pili, il premio Best Documentary Short 2025. Nato dalla passione per l’arte urbana dello stesso regista, la pellicola, già vincitrice alle ultime edizioni del Coliseum International Film Festival e de ILCORTO.IT di Roma, è un viaggio emotivo e visivo che esplora con delicatezza e intensità il rapporto tra arte urbana e salute mentale, attraverso la testimonianza autentica e profonda del writer sardo Davide Lai, in arte Nero.
«Questo riconoscimento mi ha profondamente commosso» – ha dichiarato Roberto Pili nel ricevere il premio – «desidero ringraziare di cuore Giulia, l’intera organizzazione dell’Hhi hop Cinefest e la giuria per aver creduto in Profondo Nero e per il prezioso lavoro che svolgete nel promuovere la cultura hip hop in tutte le sue sfaccettature. Un premio da condividere con tutti gli attori di questo progetto: Davide NERO Lai, DJ Sputo, Bboy Lucio, Matteo Prosa, Gisella Trincas, DANNO, ICE ONE, KAOS ONE, Francesco Pili, Bettina Camedda, Sandro Montisci, Cristina Argiolas».
Per l’edizione 2025 sono stati selezionati 115 progetti provenienti da 26 Paesi tra documentari lunghi, documentari corti, cortometraggi di finzione, film lungometraggi, progetti sperimentali, progetti web, serie e videoclip musicali. Con il successo di Profondo Nero, l’Hip Hop Cinefest si conferma non solo come vetrina per il cinema indipendente, ma come crocevia culturale internazionale, un luogo dove l’hip hop torna alle sue radici di denuncia, identità e resistenza. Un evento che restituisce centralità alla narrazione collettiva e alla forza della creatività come risposta ai conflitti del presente.