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Top1000 – 2025

Il mondo della sanità privata offre servizi fondamentali e impegna migliaia di addetti

di Giandomenico Mele
Il mondo della sanità privata offre servizi fondamentali e impegna migliaia di addetti

Il convenzionato opera ricevendo, non senza difficoltà, i proventi della maggior parte delle prestazioni dal pubblico

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Il binomio tra sanità privata e società cooperative per l’assistenza residenziale costituisce il pilastro economico su cui si regge un segmento fondamentale, ancorché anomalo dal punto di vista economico, della società sarda. Un business particolare per la sua valenza essenziale sul fronte di un diritto fondamentale come la salute, che al di là del concetto di servizio universale in Italia governato da modelli di “welfare state” fortemente radicati, ha bisogno anche del privato per fornire prestazioni in servizi primari e nei quali il pubblico non riesce a garantire le prestazioni essenziali. Un privato nella larghissima parte dei casi “convenzionato”, che riceve il valore delle prestazioni che eroga dal servizio sanitario, in questo caso regionale. L’altra faccia della medaglia è un settore economico che risente della burocrazia e della dipendenza da iniezioni di denaro pubblico, soprattutto regionale, attraverso le convenzioni, che, come conferma la Top 1000 di settore, non ha prodotto utili o ha consentito ricavi solo marginali.

La classifica è comandata dal Mater Olbia, il modello più fulgido di ospedale privato, convenzionato con la Regione, di proprietà della Qatar Foundation Endowment, in partnership con il Policlinico Gemelli di Roma, eccellenza a livello mondiale. Sede ad Olbia sul Monte Tabor, ha raccolto l’eredità del San Raffaele e oggi è la prima struttura sanitaria privata dell’isola con ricavi per 56,4 milioni di euro nel 2023, quasi 10 milioni in più dell’anno precedente, ma con perdite di esercizio di oltre 8 milioni sul 2023, in aumento di oltre 2 milioni rispetto all’anno precedente. La buona notizia è quella del personale, con una crescita dei dipendenti di 26 unità.

La seconda posizione va al Consorzio territoriale network etico Italia, nato nel 2008 dallo slancio imposto dalla progettazione integrata territoriale del 2006, con un complesso sistema di relazioni tra numerose cooperative sociali che hanno creduto in un futuro imprenditoriale fondato sulla collaborazione e solidarietà tra imprese, che ha brillato nell’assistenza sociale non residenziale per anziani e disabili e che ha registrato un fatturato di 28,8 milioni di euro. Un’altra cooperativa sociale, è la storica Ctr, occupa la terza posizione, con oltre 19 milioni di euro di fatturato, a conferma di un sistema binario che abbina i servizi sanitari con quelli legati a servizi di tipo più prettamente assistenziale.

Il quarto, quinto e sesto posto in graduatoria vanno a tre case di cura private come la Nuova Casa di Cura di Cagliari e la Madonna del Rimedio di Oristano, con la Sant’Antonio, rispettivamente con ricavi di 19, 16 e 9 milioni di euro. Segue in settima posizione la Boero Clinic di Cagliari, con ricavi per circa 8 milioni di euro, che offre assistenza di tipo odontoiatrico. È la prima azienda come fatturato in un settore che negli ultimi anni ha registrato una crescita più che significativca dell’offerta.

La sanità sarda, come quella di molte altre regioni italiane, affronta una crisi epocale legata alla gestione delle risorse, alla qualità dei servizi offerti e all'accessibilità per tutti i cittadini. Carenze comuni ad altre realtà, ma con l’aggiunta che l’intero capitolo della sanità, pari a più del 40 per cento dei bilancio regionale ricade sulle spalle della Regione. In questo contesto, le case di cura private giocano un ruolo fondamentale, integrando il sistema sanitario pubblico e offrendo soluzioni anche di alta qualità per il trattamento e la cura dei pazienti. Le case di cura private in Sardegna offrono una gamma di servizi che spaziano dalla riabilitazione alla chirurgia specialistica, passando per l'assistenza a lungo termine e i trattamenti oncologici. Queste strutture sono spesso riconosciute per l'eccellenza clinica, grazie all'adozione di tecnologie avanzate e alla presenza di personale altamente qualificato. Ma senza il sostegno finanziario pubblico, attraverso convenzione, il privato in una regione non certo ricca come la nostra non potrebbe reggersi con le proprie gambe. L’altro ramo delle imprese sanitarie riguarda il cooperativismo , legato soprattutto alle residenze sanitarie assistite per anziani, ma non solo, in una popolazione che invecchia sempre di più.

La classifica dopo le prime posizioni continua ad alternare sanità privata (Clinica Tommasini di Cagliari) a un lungo elenco di società cooperative che operano nel settore dell’assistenza sociale, residenziale e non: dalla Coop A.S. di Sassari al Piccolo Principe di Tempio Pausania, Lago e Nuraghe di Senorbì, Ali Assistenza di Cagliari, Progetto Uomo Società di Nuoro, Smeralda Rsa di Padru, Les Delices di Buddusò e Ge.Se.Co. di Arzachena. Una lunga lista di cooperative sociali per assistenza residenziale, infermieristica e non residenziale per anziani con ricavi compresi tra i 6 e i 4 milioni di euro. In classifica anche uno studio di radiologia ed ecografia Deriu, Cagliari, e attività di assistenza sociale generale. Davanti a un sistema sanitario pubblico sempre più in crisi, tra liste d’attesa e carenza dei medici, l’assistenza privata diventa vitale per i cittadini. Sempre più persone sono disposte ad accedere a prestazioni sanitarie a pagamento pur di superare le criticità dell’assistenza pubblica. Da un punto di vista economico, però, sotto l’aspetto della redditività, l’anno fiscale 2023 analizzato per la Top 1000, conferma utili in linea o leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, lontani tuttavia da altri settori ad alto valore aggiunto che caratterizzano l’economia dell’isola.

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