Il Goceano, le ragioni di una scelta e il voto “impedito”
Referendum: Benetutti e Nule al voto fra Provincia di Sassari e Provincia di Nuoro
Milano L' 8 e 9 giugno si vota per i referendum. In Sardegna si voterà anche per la nuova “collocazione” amministrativa di tre comuni: Guspini, “in bilico” fra Carbonia ed Oristano, Benetutti e Nule fra Sassari e Nùoro. O, meglio, in virtù della riforma Delrio, fra Provincia del Sud Sardegna e Provincia di Oristano, nel primo caso, e Città metropolitana di Sassari e Nuoro, negli ultimi. Ci soffermiamo sugli ultimi due casi. Quelli dei due comuni del Goceano. Anche perché si tratta del terzo tentativo in pochi decenni. Il Goceano, attualmente, dal 1929, è in Provincia di Sassari. Da quando venne reistituita la Provincia di Nuoro. Ma lo era, ad onor del vero, dal 1859, nell’allora Regno di Sardegna, da quando venne soppressa la Terza divisione amministrativa di Nuoro, di cui il Goceano ne faceva pienamente parte dopo la soppressione, a sua volta, nel 1821, della XII Prefettura (allora Provincia) di Bono.
La storia, quindi, “propende” per Nuoro. E non solo da questo punto di vista. Basti ricordare che il paese di Orune, appartenente al “Goceano storico” (è stato Contea di Goceano per settecento anni, ndr), è, di fatto, quello che è rimasto del Goceano in Provincia di Nuoro. Senza dimenticare l’attuale assetto giudiziario, erede, peraltro, di quello amministrativo. Che vede sempre il Goceano compreso nella circoscrizione di Nuoro. Non per caso. Ora la questione è importante. E va dipanata bene. Ed esplicata. Perché Benetutti e Nule vanno al voto referendario e gli altri sette Comuni del territorio (Anela, Bultei, Burgos, Bono, Illorai, Esporlatu, Bottidda) no? Era un rischio piuttosto paventato. E che si è realizzato concretamente. Perché, a suo tempo, la scelta del territorio di decidere se rimanere con Sassari o andare con Nuoro fu decisa all’interno delle aule dei consigli comunali, ove una maggioranza definita aveva deciso per “su connottu”. O, meglio, degli “ottimati” locali legittimati “ad usum rei”, hanno deciso per i cittadini. Senza che questi venissero dapprima coinvolti.
Tutto bene nei comuni de “Sa Costera”, anche se non benissimo. Non così nei due Comuni dirimpettai oltre il fiume Tirso, su “Riu Mannu”. Dove era alquanto plausibile ed immaginabile che, in seno ai rispettivi consigli comunali, non si sarebbe potuta raggiungere una maggioranza qualificata. E questo è avvenuto. Consigli comunali spaccati e ricorso al voto referendario locale, giustamente abbinato a quello nazionale. Per ovvi motivi economici. Sentirsi ora dire, da parte dei rispettivi primi cittadini dei due comuni coinvolti, che “la macchina organizzativa comunale non era pronta” e che “la notizia del referendum è giunta come un fulmine a ciel sereno” , non è né onesto, né giusto. Si sapeva che, nei due casi, come peraltro anche quello di Guspini, la scelta per la futuribile appartenenza provinciale sarebbe finita con la consultazione diretta delle popolazioni interessate. Sarebbe stato sufficiente prepararsi per tempo, informando la popolazione. Invitando esperti a discuterne dal punto di vista amministrativo e storico economico. E, magari, “rianimando”, gli Stati Generali “amorfi” ed asfittici di un territorio, il Goceano, condannato sempre più, stante l'insipienza di parte della politica attuale, alla marginalizzazione ed all’inconsistenza. Nulla di tutto questo, purtroppo, è stato fatto. Ed il Goceano, suo malgrado, continua a stare nel “limbo”, già diviso come distretto rurale e "saccheggiato" a livello sanitario.
Senza considerare che la maggiore realtà industriale ed imprenditoriale del territorio, la Cooperativa lattiero casearia “Sa Costera” di Anela, è tenuta in piedi anche, e soprattutto, dagli apporti decisivi delle aziende di alcune limitrofe comunità del Nuorese. Una risposta, questa, al decisivo interrogativo posto dal consigliere regionale nuorese Roberto Deriu, sulle colonne della Nuova Sardegna (mercoledì 4 giugno 2025), proprio in merito all’opacità della norma Delrio relativa all’istituzione delle “città metropolitane”. Il politico nuorese, nello specifico, si poneva, giustamente, dei dubbi circa l'attinenza e la contiguità di una comunità a tradizione prettamente agro-silvo-pastorale, come quella del Goceano, con il contesto ben diverso di città metropolitana "in fieri" come quello di Sassari. Domanda più che legittima alla quale, però, purtroppo, lo stesso Deriu ha dato una risposta da "politico del giardino di casa". Dalla visione un po’ limitata e limitante. I due Comuni, quasi sicuramente, voteranno per rimanere in Provincia di Sassari, che, in questo modo, diventerebbe una “Provincia di Serie A”. Con tutti i vantaggi. Per Sassari. Non certamente per il Goceano, condannato a rimanere “nel limbo”. O, meglio, “dentro i giardìni di casa” dei politici locali di turno e delle loro “camarille”. Continuando ad alimentare (“sic!”) le ragioni di una non scelta e di un voto “impedito”.
(*) Cultore di Storia economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Vice presidente del Circolo culturale “Sardegna” di Monza, Concorezzo e Vimercate