A Calasetta, Oliena e Bosa i tre luoghi del cuore dei sardi: ecco i siti più votati
I risultati del 12° censimento del Fondo per l’ambiente italiano Fai e Intesa Sanpaolo: record di preferenze
Sassari I tre luoghi del cuore saliti sul podio, in Sardegna, sono il Faro di Mangiabarche, a Calasetta, nel Sulcis, con 13.141 voti. Il Museo diffuso Liliana Cano di Oliena, a Nuoro: secondo posto con 6.943 voti. Terzo posto per la Chiesa di Santa Croce e Sos Misterios, a Bosa, in provincia di Oristano. Mai così tanti i luoghi che hanno superato i 10mila voti e che si trovano in tredici diverse regioni. Numeri da record, per il Fai: «Mai raggiunti in precedenza». Ed ecco che il 12° censimento de “I Luoghi del Cuore”, dedicato alla cura e alla valorizzazione dei luoghi italiani più amati, si chiude con 2.316.984 voti raccolti, una straordinaria espressione di coinvolgimento attivo e coesione sociale: «La conferma che il programma, promosso da FAI-Fondo per l’ambiente italiano e Intesa Sanpaolo, rappresenta il più importante ed efficace strumento di partecipazione diretta dei cittadini alla tutela del patrimonio del Paese». A vincere l’edizione 2024 del censimento con 72.050 voti è il Santuario Nostra Signora delle Grazie a Nizza Monferrato: un luogo strettamente legato alla figura di Don Bosco, che lo acquistò nel 1877 salvandolo dall’abbandono.
Ma ecco i luoghi dell’isola più votati. Il Faro di Mangiabarche, a Calasetta, fu costruito nel 1935 su una secca rocciosa al largo della costa occidentale dell’isola di Sant’Antioco, per segnalare uno dei tratti più pericolosi per la navigazione della costa, come indicato dal suo stesso nome. Circondato da acque cristalline e tonalità che vanno dal verde al turchese, oltre a garantire la sicurezza marittima il faro è diventato un simbolo identitario per la comunità di Calasetta e un luogo iconico per i turisti. Inserito qualche anno fa dalla rivista Sette tra i fari più suggestivi al mondo, è oggi in pericolo: l’erosione e le violente mareggiate invernali ne minacciano la stabilità, mettendo a rischio la sua stessa esistenza. A fronte di questa situazione, il Comitato “Area Mangiabarche di Calasetta” si è attivato per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuoverne la salvaguardia, chiedendo, anche attraverso la partecipazione al censimento del FAI, interventi strutturali urgenti e una più ampia valorizzazione dell’intera area. Il progetto punta a coniugare tutela paesaggistica e rilancio turistico, trasformando il faro in un volano per lo sviluppo sostenibile del territorio.
Da Calasetta a Nuoro: il Museo Diffuso Liliana Cano (1924-2021) a Oliena, unico nel suo genere, raccoglie le opere di una delle più importanti pittrici sarde del Novecento, profondamente legata alla comunità locale, che nel 2004 le conferì la cittadinanza onoraria. Il percorso espositivo comprende dipinti, murales e sculture dislocati in vari luoghi simbolici del paese, come la Chiesa di San Lussorio, dove si trovano affreschi sulla vita del santo e di Gesù, e la Chiesa di Sant’Ignazio, che ospita una Via Crucis moderna e intensa. Spiccano, inoltre, il murale Una giornata di sole in via Santa Croce e il monumento alla Donna, un omaggio alla centralità della figura femminile nella società. Il Comitato “Museo Diffuso Liliana Cano a Oliena”, in collaborazione con l’archivio Liliana Cano e i volontari FAI di Nuoro, ha sostenuto la candidatura con l’obiettivo di trovare i fondi per interventi di restauro necessari a preservare le opere esposte all’aperto, migliorare l’accessibilità e valorizzare questo inestimabile patrimonio culturale attraverso azioni innovative e tecnologiche.
A Bosa, la chiesa di Santa Croce e Sos Misterios è nel cuore del centro storico, la Chiesa di Santa Croce è un gioiello architettonico barocco, noto per il prezioso ciclo pittorico ottocentesco di Emilio Scherer e le suggestive statue lignee de Sos Misterios, di origine spagnola, utilizzate per i riti della Settimana Santa. Originariamente oratorio della SS. Trinità, l’edificio risale a prima del 1580 ed è stato oggetto di numerosi interventi che ne hanno valorizzato l’unica navata e l’imponente cupola. Oggi, tuttavia, la chiesa versa in stato di abbandono ed è chiusa, le statue sono state spostate nella chiesa del Carmine. Il Comitato “Per Santa Croce” ha promosso la candidatura per raccogliere fondi per la tutela del patrimonio artistico con l’obiettivo di restituire alla comunità un luogo di grande valore storico, culturale e spirituale.