La Nuova Sardegna

L’allarme

Dermatite bovina contagiosa, il virus sbarca nella Penisola – IL PUNTO SULL’EMERGENZA

di Giuseppe Centore
Dermatite bovina contagiosa, il virus sbarca nella Penisola – IL PUNTO SULL’EMERGENZA

Un caso di positività in un allevamento nel Mantovano: gli animali erano arrivati dalla Sardegna. Nell’isola focolai a Orani e Orotelli, analisi in corso a Bitti e Osidda

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Sassari La dermatite nodulare contagiosa o Lumpy Skin Disease (LSD) è sbarcata nella Penisola, portata quasi certamente dalla Sardegna. Mercoledì 25 giugno il Centro di Referenza nazionale ha rilevato un caso di positività in uno degli animali campionati in un allevamento di bovini da carne del comune di Porto Mantovano, in provincia di Mantova. Lo comunicano, attraverso una nota congiunta, le Direzioni generali Agricoltura e Welfare di Regione Lombardia. Le analisi si sono rese necessarie alla luce del caso positivo rilevato, lo scorso 21 giugno, in un bovino di un allevamento della Sardegna dal quale, recentemente, sono state effettuate movimentazioni in uscita verso due aziende lombarde: una della provincia di Mantova e una di Cremona. I veterinari di Ats Val Padana, quindi, hanno eseguito operazioni di rintraccio dei capi, visite cliniche ed accertamenti diagnostici inviati al Centro di Referenza nazionale. Alla luce del caso positivo sono state immediatamente attivate tutte le misure previste dalle norme vigenti, con particolare riferimento al sequestro e blocco dell'allevamento, istituzione delle zone di restrizione (zona di protezione di 20 km e zona di sorveglianza di 50 km). L'attività di indagine clinica e diagnostica è stata nel frattempo ampliata a tutti gli animali oggetto di movimentazione dal territorio della Sardegna.

Intanto il fronte dei contagi si allarga anche nell’isola. Due focolai confermati a Orani e Orotelli e altri due in attesa dei risultati dell’Istituto zooprofilattico di Teramo registrati a Osidda e Bitti. La Regione e il governo confermano il blocco totale della movimentazione dei bovini, nel raggio di venti chilometri, nelle zone dove è accertata la presenza del virus, con una zona di sorveglianza estesa per cinquanta chilometri.
Sono queste gli elementi emersi nel corso delle audizioni degli assessori della Sanità e dell’Agricoltura, nella riunione in seduta congiunta delle commissioni V^ e VI^, convocate d’urgenza per fare il punto sulla nuova emergenza della sanità animale in Sardegna.
L’impegno della Regione è su più fronti: gestire l’emergenza, limitare i danni e conoscere la cause dell’infezione, ipotizzando soluzioni per la sua eradicazione. La malattia sarebbe arrivata dal Nord Africa, dove alcuni allevamenti risultano infetti, attraverso un insetto vettore (tafani, mosche, zanzare o  zecche) che avrebbe quindi “trasportato” il virus da un animale infetto del Maghreb ad uno sano in Sardegna (i tempi di incubazione della malattia sono tra i 4 e i 7 giorni). Individuare quale sia l’insetto vettore non è un dettaglio. In attesa delle risultanze delle indagini entomologiche, attualmente in corso, l’assessore auspica che possa trattarsi della zecca, per ragioni legate ad una minore volatilità rispetto alla zanzara o alla mosca, e quindi all’efficacia delle operazioni di disinfezione.
Per quanto attiene la profilassi si ipotizza il ricorso al vaccino:  «Esiste ed è anche prodotto in Europa e si tratta di un vaccino a virus vivo attenuato», ha affermato l’assessore della Sanità ma le decisioni, trattandosi di una malattia di tipo A (malattie non presenti nell’Ue e per cui è richiesta l’eradicazione immediata) saranno concordate con il ministero e  Bruxelles. «I commissari dell’Unione Europea sono già in Sardegna nelle aree dove sono stati accertati i casi di dermatite bovina", ha dichiarato l’assessore Arnaldo Bartolazzi.
Sollecitati anche  dalle richieste di chiarimento avanzate dai consiglieri Cera e Rubiu (FdI), Cau (Orizzonte c), Canu (Sf) nonché dagli interventi dei presidenti delle due commissioni (Antonio Solinas e Carla Fundoni, Pd) gli assessori Bartolazzi e Satta hanno garantito il massimo impegno per fare fronte a quella che potrebbe rivelarsi un nuovo flagello per gli allevamenti dell’Isola. Ed è proprio sui danni economici patiti dagli allevatori che si è incentrato l’intervento dell’assessore dell’Agricoltura, Gianfranco Satta, che ha stimato in circa 5 milioni di euro l’ammontare dei sostegni da destinare agli allevatori soggetti al blocco della movimentazione, al momento consentita all’interno di aree dove non è stata registrata la presenza di casi di bovini infetti, ma soltanto previa certificazione clinica. La prossima settimana è in programma una riunione con tutte le organizzazione agricole, gli enti e le agenzie interessate.

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