Altri due casi sospetti di dermatite nodulare bovina in Sardegna
Dopo i focolai nel Nuorese a Orani e Orotelli, già accertati, il virus rischia di allargarsi e diventare un altro flagello per gli allevatori
Sassari Si dovranno aspettare ancora i risultati delle analisi per capire se i due nuovi casi sospetti di dermatite nodulare bovina a Orani e Sarule possano essere confermati. Dopo i focolai nel Nuorese a Orani e Orotelli, già accertati, il virus rischia di allargarsi e diventare un altro flagello per gli allevatori e si ipotizza al ricorso al vaccino.
Sulla questione si è espresso anche il deputato del Pd Silvio Lai: «Dopo il primo caso nazionale di dermatite nodulare bovina in Sardegna è necessaria una strategia chiara e tempestiva da parte del governo. La conferma di nuovi focolai anche in altre regioni impone ora misure urgenti e coerenti con le migliori pratiche sanitarie europee. Chiediamo che il ministero della Salute adotti una linea di intervento di gestione straordinaria e mirata, che con la prevenzione e il continuo monitoraggio escluda qualsiasi abbattimento indiscriminato, privilegiando invece un abbattimento selettivo dei capi effettivamente infetti, accompagnato da osservazione veterinaria per quelli esposti ma non malati».
La malattia sarebbe arrivata dal Nord Africa, dove alcuni allevamenti risultano infetti, attraverso un insetto vettore (tafani, mosche, zanzare o zecche) che avrebbe quindi “trasportato” il virus da un animale infetto del Maghreb ad uno sano in Sardegna (i tempi di incubazione della malattia sono tra i 4 e i 7 giorni).