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Coralli sbiancati, pesci tropicali e mare più caldo: anche in Sardegna gli effetti dei cambiamenti climatici

di Serena Lullia
Coralli sbiancati, pesci tropicali e mare più caldo: anche in Sardegna gli effetti dei cambiamenti climatici

All’Asinara si sono verificate 14 ondate di calore in un anno, record delle Amp monitorate

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Sassari Le sentinelle sommerse della biodiversità lanciano l’allarme. Anche là dove la natura dovrebbe sentirsi al sicuro, nelle aree marine protette, si fanno sentire i cambiamenti climatici. Il mare si scalda e gli effetti del termometro che sale, scendono fino a 40 metri di profondità. La Sardegna non fa eccezione. Nel 2024 nel mare dell’Asinara si sono verificate ben 14 ondate di calore marine in un solo anno. Le acque hanno raggiunto un’anomalia massima di +1,90°C, e l’alterazione delle temperature si è spinta fino a 40 metri di profondità. Lo rivela il rapporto 2024 di “Mare Caldo”, il progetto di Greenpeace Italia in collaborazione con l’università di Genova e l’Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale, che monitora da cinque anni  la temperatura e la biodiversità in dodici aree chiave, dalla Liguria alla Sicilia, passando per tre zone protette della Sardegna: Asinara, Tavolara e Capo Carbonara.

Mare caldo Tutte le aree del progetto Mare Caldo in Italia sono state interessate da ondate di calore in superficie, d’estate come d’inverno. Rispetto alla media climatologica sono stati raggiunti picchi di temperatura mediamente maggiori di 0,5°C-1°C rispetto alla media climatologica. In alcuni casi il termometro è salito fino a oltre 2,5°C (Alle Cinque Terre, Isola d’Elba, Amp Torre Guaceto, Isole Tremiti).

Asinara sorvegliata speciale Nell’Amp dell’Asinara sono state registrate ben 14 ondate di calore durante tutto l’anno, 6 in quelle di Portofino e Cinque Terre. L’analisi degli andamenti delle temperature lungo la colonna d’acqua nei cinque anni di progetto Mare Caldo, ha evidenziato nel 2024 anomalie termiche e picchi di calore che sono arrivati fino a 40 metri di profondità, in particolare all’Asinara, l’Isola d’Elba, Tavolara, e Plemmirio.

Le variazioni massime Queste le temperature superficiali registrate nel 2024 in tutte le stazioni di Mare Caldo:

  • Miramare +3.25
  • Portofino +3.28
  • Cinque terre +3.65
  • Isola d'Elba +3.21
  • Tremiti +3.06
  • Asinara +1.90
  • Tavolara +2.39
  • Ventotene +2.31
  • Torre Guaceto +2.38
  • Capo Carbonara +1.49
  • Capo Milazzo +2.54
  • Plemmirio +2.23

I coralli sbiancano Tra gli effetti del riscaldamento delle acque c’è lo stato di salute delle gorgonie e dei madreporari, specie target del progetto di monitoraggio. Perdono i loro colori accesi, sbiancano e in alcuni casi mostrano segni di necrosi. Nella Amp di Portofino, il corallo rosso Paramuricea clavata ha mostrato segni gravi di necrosi: il 94% delle colonie monitorate a 25 metri risultava compromesso, con mucillagine che copriva fino all’80% delle formazioni. A Tavolara e Ventotene, il corallo mediterraneo Cladocora caespitosa si è sbiancato in grandi porzioni. Nell’insieme, i dati biologici non mostrano picchi di mortalità maggiori rispetto agli anni precedenti, ma evidenziano una trasformazione costante e progressiva delle comunità di scogliera. A Portofino, dove esiste una lunga serie storica di dati dagli anni ’50, la mutazione della biodiversità è definita dagli esperti irreversibile.

Sempre più pesci pappagallo e barracuda Non tutti gli effetti del cambiamento climatico sono di scomparsa. Il caldo favorisce la comparsa di nuove presenze. L’alga aliena Caulerpa cylindracea, specie termofila, che ama cioè le acque calde, è ora la più abbondante in diverse Amp. Tra i pesci, sempre più frequenti i barracuda mediterranei, le donzelle pavonine e i pesci pappagallo. Nel 2024, i monitoraggi biologici sono stati condotti anche a Ventotene e Santo Stefano, oltre che a Portofino e Tavolara. È in Liguria che è stata rilevata la più ampia ricchezza di specie bentoniche: 80 contro le 48 di Tavolara e le 43 di Ventotene. Tuttavia, in tutte e tre le aree, lo stato ecologico è stato giudicato moderato, un equilibrio precario sotto l’assedio del cambiamento climatico. «I dati del 2024 confermano l’aumento graduale delle temperature di anno in anno, con valori così elevati mai registrati prima nel bacino del Mediterraneo. Il nostro mare è ricco di biodiversità, ma rischiamo di perdere questo straordinario patrimonio naturale se non estendiamo la superficie di mare protetta e non riduciamo le emissioni di gas serra», dichiara Valentina Di Miccoli, campaigner mare di Greenpeace Italia.

Speranza Capo Carbonara Dall’Amp di Capo Carbonara arriva un dato che riempie di speranza. Nel confronto con i dati raccolti nei cinque anni di progetto, il più alto stato ecologico delle comunità di scogliera è stato rilevato nell’Amp Capo Carbonara, mentre solo all’Isola d’Elba lo stato ecologico è risultato scarso. L’Elba, infatti, rappresenta l’unica area non protetta della rete di monitoraggio. Dato che conferma l’importanza della conservazione e dell’effetto positivo che le Amp hanno sulla biodiversità marina.

«I risultati del quinto anno del progetto Mare Caldo mostrano in maniera inconfutabile gli effetti del cambiamento climatico sugli ambienti marini sommersi dei nostri mari. Le numerose anomalie termiche rilevate in tutte le stazioni della rete e la presenza di evidenti segnali di impatto negli ecosistemi costieri delle aree monitorate quest’anno sono indipendenti dalla loro localizzazione geografica, dalla diversa latitudine e dal diverso livello di conservazione», dichiara Monica Montefalcone, docente di Ecologia dell’università di Genova.

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