La Nuova Sardegna

Mare Blu
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Il bollino di qualità che fa bene ai territori e aiuta il turismo

di Rachele Falchi
Il bollino di qualità che fa bene ai territori e aiuta il turismo

Per ottenerlo bisogna curare l’arredo urbano, gestire i rifiuti e avere depuratori efficienti

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È senza dubbio tra i riconoscimenti più ambiti dai Comuni italiani dove insistono località balneari che esse siano di mare o di lago. Ogni anno, all’inizio dell’estate, è grande l’attesa di conoscere chi ha conquistato (o riconfermato) la Bandiera Blu, il riconoscimento internazionale, assegnato dalla FEE – un’organizzazione europea che promuove la sostenibilità – alle località costiere che rispettano standard molto precisi. Non si tratta di un semplice concorso di bellezza tra spiagge, ma di una vera e propria certificazione ambientale. Per molti turisti è un bollino di qualità, un criterio di scelta. Ma pochi sanno davvero cosa ci sia dietro quel vessillo che sventola tra gli ombrelloni nelle località balneari italiane.

Per candidarsi, un Comune deve dimostrare prima di tutto che le sue acque di balneazione sono “eccellenti” da almeno quattro anni. Non “buone”, né “accettabili”: eccellenti. Lo stabilisce l’Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente, con analisi che vanno avanti tutto l’anno. Bastano poche irregolarità nei campioni per compromettere la candidatura. Ma non basta un mare o un lago limpido. Il territorio deve dimostrare di saper gestire i rifiuti, avere depuratori efficienti, curare l’arredo urbano e garantire l’accessibilità delle spiagge anche a chi ha disabilità. Servizi igienici all’altezza, presenza di bagnini, percorsi informativi e iniziative di educazione ambientale sono altre voci fondamentali. Insomma, dietro la Bandiera Blu c’è un impegno a 360 gradi. E non si tratta di un riconoscimento a vita. La certificazione va rinnovata ogni anno. Chi non mantiene gli standard la perde, anche dopo anni di riconoscimenti consecutivi. Un modo per tenere alta l’attenzione, spingere le amministrazioni locali a non abbassare la guardia. C’è poi un altro aspetto meno visibile ma decisivo: l’educazione.

I Comuni Bandiera Blu sono tenuti a promuovere eventi, cartelloni e iniziative per sensibilizzare cittadini e turisti al rispetto dell’ambiente. Non è solo una questione di decoro, ma di consapevolezza collettiva. Il risultato? Una spiaggia più sicura, pulita, curata. Un ambiente dove non solo si prende la tintarella, ma si respira una cultura della sostenibilità. E per i territori, è anche un ottimo volano economico: il turista più attento, virtuoso e sensibile ai temi sella tutela dell’ambiente, alla ricerca di un luogo dove trascorrere le proprie vacanze estive, spesso sceglie la meta proprio in base a questo riconoscimento. Sono viaggiatori e viaggiatrici che basano le proprie scelte su criteri etici, prediligono mete sostenibili, praticano la raccolta differenziata anche in vacanza e premiano chi investe davvero nella qualità ambientale. La Bandiera Blu attira quindi una fascia ampia di viaggiatori attenti: un pubblico informato, spesso residente nei grandi centri, che assume comportamenti da cittadinanza attiva anche fuori casa. In fondo, dietro ogni Bandiera Blu c’è un’idea semplice ma potente: il turismo di qualità comincia dal rispetto per l’ambiente. 

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