A Codrongianos un ferito e in fiamme 400 ettari: il racconto della giornata
Distrutte diverse aziende: in salvo l’Acqua San Martino
Inviato a Codrongianos Sarebbe bastato un cambio di direzione del vento o un minimo inceppo nell’imponente macchina antincendio mobilitata da corpo forestale e vigili del fuoco, e lo stabilimento dell’Acqua San Martino sarebbe andato in cenere.
Sorte che è capitata a diverse aziende agricole che si trovano fra Osilo, dove era partito l’incendio domenica sera, e Codrongianos. Un allevatore è rimasto ustionato, nel tentativo di fermare il fuoco che minacciava il suo capannone. Fortunatamente, si è trattato di ferite lievi, tanto che l’uomo ha scelto di non farsi accompagnare al pronto soccorso dal 118.
Il fronte delle fiamme si è fermato ai margini della pineta che circonda l’impianto dell’Acqua San Martino, come testimoniano i carboni fumanti e le fiammelle ancora accese fra i tronchi. Se il rogo avesse attecchito nel sottobosco, sarebbe stato difficile salvare lo stabilimento. Ci è riuscita invece l’imponente macchina mobilitata, che ha visto operare dal cielo due Canadair decollati da Olbia, gli elicotteri di forestale e vigili del fuoco. In azione a terra le squadre dei due corpi, coordinati dalla stazione forestale di Ploaghe, con otto squadre di Forestas e diversi volontari e barracelli. L’incendio era partito domenica sera a Osilo, in località Rio Badu Canu. Ieri mattina, la ripartenza in località Sa Perda Bianca, sempre nel territorio di Osilo. Spinto dal fortissimo vento di maestrale, il rogo si è spostato verso sud-est, nel territorio di Codrongianos, travolgendo nel suo percorso diverse aziende agricole, alcune delle quali hanno subito parecchi danni.
Il primo cittadino di Codrongianos Cristian Budroni ha monitorato da vicino le operazioni: «Senza l’intervento immediato dei mezzi aerei e delle squadre a terra sarebbe potuta andare molto peggio, un plauso ai soccorritori, che hanno avviato subito le operazioni di spegnimento e bonifica» racconta. Oggi, sperando che l’incendio non abbia ripreso vigore durante la notte, sarà il momento della conta dei danni: «Dobbiamo subito ragionare su cosa possono fare le istituzioni per aiutare chi è stato colpito da questa calamità». Lo scorso anno, un rogo aveva mandato in fumo 600 ettari nelle campagne del paese e episodi simili si ripetono ogni anno. «Non posso parlare per questo incendio, ma è difficile pensare che questi roghi si scatenino esclusivamente per cause naturali» è l’amara conclusione del primo cittadino.