Troppi bimbi annegati in piscina: nuove regole e multe fino a 6.000 euro
Stretta sulla sicurezza nella legge quadro approvata dal Consiglio dei ministri
ROMA Troppi i casi di annegamento, soprattutto tra i bambini: il Consiglio dei ministri ha approvato una legge quadro che introduce nuove regole per la sicurezza nelle piscine, pubbliche e private, compresi gli impianti domestici. Il provvedimento prevede standard obbligatori su sicurezza, impianti, igiene e gestione, con sanzioni fino a 6.000 euro per chi non si adegua.
Le nuove norme classificano le piscine in base alla loro destinazione d’uso e stabiliscono l’obbligo di installare dispositivi di protezione anche nelle strutture private. L'obiettivo è contrastare il numero crescente di incidenti: secondo Istat e Istituto superiore di sanità, ogni anno in Italia annegano in media 328 persone, il 12% sono minori.
Nelle sole piscine si registrano tra le 30 e le 40 vittime l’anno. Il capitolo sanzioni è tra i più incisivi. Per chi non comunica l’apertura della piscina allo sportello unico delle attività produttive o all’ente competente è prevista una multa da 500 a 3.000 euro. Multe da 1.000 a 6.000 euro per chi non garantisce assistenza e vigilanza sui bagnanti. Altre sanzioni, da 500 a 2.900 euro, sono previste in caso di violazioni dei requisiti igienico-sanitari o ambientali fissati dalle Asl.
Anche le piscine domestiche sono incluse: l’assenza di dispositivi di sicurezza può costare fino a 6.000 euro. La versione finale del testo stabilisce che le disposizioni si applicheranno solo alle piscine costruite dopo l’entrata in vigore della legge, escludendo l’obbligo di adeguamento per gli impianti esistenti. Un compromesso richiesto dal settore turistico, che aveva contestato le prime bozze della riforma.