La Nuova Sardegna

Il giallo

Omicidio di Buddusò, si stringe il cerchio sull’assassino

di Ilenia Mura
Omicidio di Buddusò, si stringe il cerchio sull’assassino

Gli inquirenti lavorano su un doppio movente: passionale ed economico

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Sassari Droga, debiti, questioni sentimentali? Anche se il movente dell’omicidio di Marco Pusceddu non è affatto chiaro, le indagini della Procura di Sassari potrebbero muoversi su più piste e non escluderebbero, per ora, quelle che potrebbero condurre alla vita privata del 51 enne ucciso il 7 agosto scorso a 250 chilometri dal suo paese di residenza: Portoscuso.

Si indaga mettendo insieme i pezzi di un puzzle che potrebbe presto ricomporsi. Tanto che il nome e il cognome dell’assassino del soccorritore del 118 potrebbe trovarsi proprio nella rubrica del telefono ora nelle mani dei Ris di Roma che in queste ore stanno passando al setaccio anche la memoria del computer dell’uomo brutalmente ucciso nella sede Intervol del 118 a Buddusò, con una pistola di piccolo calibro, forse una semiautomatica, che il suo killer gli ha rivolto contro sparandogli quattro colpi al petto che gli sono stati fatali.

È questa l’unica certezza confermata dall’autopsia, mentre nulla trapela dalle meticolose indagini della Procura di Sassari, affidate al sostituto procuratore, Elisa Succu e condotte dai carabinieri di Ozieri e dai colleghi del nucleo investigativo del comando provinciale di Sassari. Anche se il cerchio potrebbe presto stringersi e rivelare, oltre che il movente dell’omicidio, anche chi si nascondeva sotto il cappuccio della felpa che quella notte, verso le 23, potrebbe aver raggiunto il paese del Sassarese muovendosi dal sud Sardegna in compagnia di un’altra persona.

Un omicidio su commissione? O una vendetta personale messa in atto da qualcuno che potrebbe essere stato spinto dall’odio per qualcosa che potrebbe avere a che fare con la vita privata dell’uomo? Queste le domande che potrebbero aver dato gambe alle indagini e aver già rivelato qualche informazione in più rispetto ai giorni scorsi. Nelle mani degli investigatori ci sarebbe già l’identikit del killer, ripreso prima e dopo l’agguato dalle telecamere di videosorveglianza del paese dove Pusceddu lavorava da circa un mese.

Si lavora su più fronti, per non escludere alcuna pista. E si ricostruiscono nei dettagli alcuni episodi del passato della vittima. Dalla denuncia per maltrattamenti in famiglia e stalking presentata dalla ex compagna di Iglesias, anche lei soccorritore sulle ambulanze del 118. Alla misteriosa aggressione avvenuta tre mesi fa, quando Pusceddu venne colpito con un cric in una piazzola di sosta, poco distante da un distributore di benzina, fra Carbonia e Portoscuso, sulla provinciale 2 che corre lungo la zona industriale di Portovesme. Sull’episodio emergono nuovi dettagli. Pusceddu a quanto pare stava rientrando a casa dopo aver cenato in compagnia di un ex collega. Quella sera, come sempre, si erano spostati con una sola auto, poi ognuno, a fine serata, aveva ripreso la sua. Neanche il tempo di salutarsi che l’amico gli avrebbe fatto i fari per farlo fermare. Forse un problema al motore o una ruota bucata. Pusceddu e l’amico si ritrovarono nella piazzola di sosta dove poi venne colpito col cric per poi essere soccorso – in un bagno di sangue – anche dalla sua ex compagna, forse anche lei in turno col 118. Le indagini dei carabinieri, probabilmente scattarono d’ufficio per le gravissime lesioni subite ma senza esito. La famiglia, intanto, sulla tragedia che ha scosso l’isola, chiede silenzio. Per questo i funerali saranno celebrati oggi pomeriggio, in forma privata, nel cimitero di Portoscuso.

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