La Nuova Sardegna

L’intervista

Piano energetico, l’assessore Cani: «Dobbiamo eliminare la dipendenza dal carbone»

di Claudio Zoccheddu
Piano energetico, l’assessore Cani: «Dobbiamo eliminare la dipendenza dal carbone»

«Su Fiume Santo esiste una proposta di riconversione formulata da Ep. Enel»

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Sassari La scadenza è stata fissata il mese scorso: entro il 2025 la Sardegna avrà l’aggiornamento del Piano energetico e ambientale regionale. Per gli amici, Pears. In sostanza, mancano quattro mesi alla scadenza. Le ultime notizie sono datate 15 luglio, quando si è conclusa la terza riunione della cabina di regia per la revisione del piano energetico. All’incontro, ovviamente, ha partecipato l’assessore dell’Industria, Emanuele Cani.

Assessore, a che punto siamo?

«Procediamo. Nell’ultima riunione il coordinatore del piano energetico, il professor Alfonso Damiano dell’Università di Cagliari, tra le altre cose ha illustrato la situazione dei consumi energetici. Stiamo definendo il quadro complessivo in modo da programmare ogni prospettiva di fabbisogno».

Può anticipare qualcosa?

«In realtà questa è una fase complessa, prima dobbiamo conoscere alla perfezione lo stato dell’arte per ponderare meglio e con rigore scientifico tutte le scelte da effettuare in prospettiva».

Da come lo dice sembra che il “vecchio” piano energetico non fosse particolarmente lungimirante.

«Non dico questo ma era uno strumento fermo al 2016. Aveva una visione che doveva essere aggiornata dal punto di vista normativo, ma purtroppo nel passato non è stato fatto, anche perché i tempi sono cambiati».

Si riferisce alla transizione energetica?

«Si certo, quella giusta. Dovremo superare il carbone e dovremo farlo con un mix di produzione energetica che comprenda l’uso di più fonti di produzione, ci sarà bisogno del metano per il comparto industriale per una fase transitoria ma dobbiamo guardare soprattutto alle rinnovabili con particolare attenzione per l’auto consumo »

Sul tema del carbone la strategia è chiara.

«Dobbiamo chiudere le due centrali. L’aggiornamento del piano ci dirà quale sistema di produzione possa offrire le maggiori garanzie sulla tenuta delle rete quando abbandoneremo il carbone».

E il mantenimento dei posti di lavoro?

«Su Fiume Santo esiste una proposta di riconversione formulata da Ep. Enel, per quanto riguarda Portovesme, non ha manifestato alcuna disponibilità alla riconversione della centrale».

Prima ha parlato di metano, un tema che ha diviso Pd e M5s, soprattutto quando si parlava di dorsale. Ci sono novità?

«Abbiamo superato questi problemi e puntiamo su un’ipotesi che è già al vaglio di Palazzo Chigi. Useremo il metano riducendo al minimo le infrastrutture con due navi gasiere ormeggiate a Oristano e a Porto Torres che saranno collegate ad altrettante reti di distribuzione per il sud e per il nord dell’isola»

Due “dorsaline “.

«Non parlerei più di dorsali ma di una minima infrastruttura di rete realmente necessaria».

Rimane la questione più dibattuta: le rinnovabili. Il “nuovo” Pears prevede quote di eolico o fotovoltaico?

«Non esistono quote prestabilite tra eolico e fotovoltaico. L’unica riguarda il burden sharing (la condivisione degli oneri, ndr), stabilito per la Sardegna in 6,2 gigawatt. Anche in questo caso il piano energetico ci darà un dato scientifico preciso e attendibile rispetto al fabbisogno della Sardegna e a quanta energia la nostra rete può sopportare».

Se fosse solo una questione di preferenze?

«Il piano valuterà con molta attenzione l’idroelettrico per esempio e sulle rinnovabili si dovranno usare le zone compromesse, ne abbiamo abbastanza».

Le famose “aree idonee”. A proposito, come si sposa l’aggiornamento del Pears con le leggi impugnate?

«Lo scopriremo. Sul piano normativo abbiamo rispettato il cronoprogramma e la legislazione vigente, anche nazionale. La Legge 20 è una buona legge, fatta nell’interesse dei sardi. Noi invece siamo in attesa capire quali saranno i pronunciamenti degli organi preposti a queste valutazioni».

Si dice che lo bollette pagate in Sardegna siano le più care d’Italia. Il Pears ridurrà le spese?

«I costi energetici non sono competitivi per le produzioni industriali e le bollette delle famiglie sono troppo alte. Uno degli obiettivi è questo: ridurre il caro energia per le imprese e per le famiglie».

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