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Salvataggio a mare: grazie ai cani bagnanti più al sicuro

di Carolina Bastiani
Salvataggio a mare: grazie ai cani bagnanti più al sicuro

I corsi d’addestramento nella scuola di Quartu: golden retriever, labrador, terranova i più capaci

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Mantengono la calma in momenti di crisi, sono forti e resistenti e sanno essere molto rassicuranti. E, dal gommone, possono pure cimentarsi in tuffi angelici. Sono questi tutti i vantaggi di un cane bagnino della Sics, la Scuola italiana cani da salvataggio, che in Sardegna ha sede a Quartu Sant’Elena. Cani che, insieme ai loro conduttori, osservano i bagnanti dalla spiaggia o dalle motovedette della Guardia Costiera durante i suoi pattugliamenti, pronti a intervenire. «Prima di tutto conta l’aspetto mentale – spiega Maurizio Basciu, istruttore nazionale da ben 31 anni e responsabile della sezione Sics Sardegna –. Nel conduttore rimane una componente di ansia, mentre il cane prende tutto come un gioco serio che si ripete e quindi non va nel panico». E dunque, vestiti di un imbrago galleggiante progettato per non intralciarli nei movimenti e dotato di maniglie dove assicurare il bagnante in difficoltà, si muovono sicuri e lucidi in una situazione di pericolo. E sono pure molto più facili da addestrare, rispetto al conduttore.

«L’addestramento dura circa due anni e viene cucito sul carattere dell’animale – spiega Basciu, che dal 1994, anno del suo primo intervento in Piemonte dopo l’esondazione del Tanaro, di formazione ne ha fatta – Il percorso procede per gradi e parte dall’approccio con l’acqua: si inizia con un declivio dolce e onde non frangenti e poi si aumenta la difficoltà». Si curano poi il nuoto, l’assetto e la sua motivazione. «Il cane deve entrare in mare con un certo entusiasmo – continua l’istruttore – e noi quello stimolo lo associamo all’ingresso in acqua, così da creare un comportamento. Contemporaneamente lavoriamo sul rapporto con il conduttore, che lo accompagnerà per tutta la sua vita da soccorritore». I conduttori, invece, anche se non è obbligatorio, prendono il brevetto da bagnino e studiano per conoscere mare, leggi e ordinanze. Senza trascurare, ovviamente, gli aspetti legati alle tecniche di nuoto e di salvataggio, come trasporto e messa in sicurezza. «Inoltre, – continua Basciu tornando ai vantaggi del cane-bagnino – i cani, con le zampe, riescono a sentire le correnti marine e a scegliere il percorso più agevole». Senza contare, poi, l’aspetto della forza, con le quattro zampe tutte motrici, e quello della resistenza. «I cani sono più lenti rispetto all’uomo, che sullo sprint è più veloce – dice – ma sono molto più efficienti sotto il profilo della resistenza e quindi sulle lunghe distanze». Il cane, perciò, permette al suo conduttore di rimanere in forze per essere più efficace, soprattutto se diventa necessario praticare il massaggio cardiaco. Per quanto riguarda il tipo di cane più idoneo al soccorso in mare, ci sono quelli che hanno una vera e propria memoria di razza, quelle da riporto in acqua. Tra questi il golden retriever, il labrador e il terranova. «Eppure – spiega Basciu – nella nostra squadra ci sono anche razze non acquatiche per memoria, come il rottweiler, il pastore tedesco e il doberman». «Di rottweiler – continua – ne abbiamo due, il mio è un maschio di 7 anni e si chiama Frodo, e sono molto docili. Se il soggetto ha il carattere giusto e viene cresciuto in modo adeguato, pure queste razze che comunque sono da difesa si prestano molto bene anche per il soccorso». E, a quanto pare, sono proprio i rottweiler quelli bravissimi nel fare tuffi angelici.

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