La Nuova Sardegna

Furti d’oro

Allarme scippi in Costa Smeralda, avanza il mercato nero. L’esperto: «Mini bande e grandi guadagni»

di Dario Budroni
Allarme scippi in Costa Smeralda, avanza il mercato nero. L’esperto: «Mini bande e grandi guadagni»

Parla Domenico Salvaggio: «Qui è un fenomeno nuovo». Richiesta in aumento in tutto il mondo: «C’è chi è disposto a tutto pur di avere un orologio di lusso»

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Porto Cervo Il mercato nero allunga le mani anche dove c’è più luce. Davanti alle vetrine, a volto scoperto, sotto gli occhi elettronici dei sistemi di videosorveglianza. Uno strappo fulmineo e via col bottino: scene che a Porto Cervo, ma anche negli altri borghi a cinque stelle del turismo gallurese, non si erano quasi mai viste. Almeno non con questa frequenza. Il fenomeno è insomma scoppiato e il motivo sta tutto nelle regole del mercato. Oggi l’offerta degli orologi di lusso non riesce più a stare al passo della domanda ed è così che entrano in gioco loro: mini bande specializzate, piccole batterie di scippatori arrivate da lontano per andare a soddisfare chi è disposto a spendere qualsiasi cifra pur di portare al polso un Rolex, un Richard Mille o un Patek Philippe. Anche se rubato. «Il mercato degli orologi è esploso. La produzione è poca e la richiesta a livello mondiale è enorme. Ed è così che nasce e si sviluppa il mercato parallelo, quello nero» spiega Domenico Salvaggio, imprenditore nel settore della sicurezza. Considerato uno dei maggiori esperti nel nord Sardegna, Salvaggio non nega di trovarsi di fronte a una situazione del tutto nuova. «In città come Milano e Napoli il fenomeno è da sempre di grandi dimensioni – spiega –, ma è ciò che sta accadendo ora in Sardegna a lasciarci basiti. Il ripetersi di questi furti sta diventando piuttosto preoccupante, quest’anno in particolare. Alcune settimane fa, a Porto Cervo, è stato strappato un Richard Mille da 450mila euro dal polso di una donna. Non è una cosa da poco».

Il fenomeno

L’ultimo caso risale a poche sere fa, quando nel borgo della Costa Smeralda è stato messo a segno lo scippo di un orologio da 80mila euro. C’è anche il video: il ladro si avvicina a un uomo appena uscito da una boutique e in una frazione di secondo gli porta via l’orologio. Tutto molto più semplice dei “tradizionali” colpi nelle ville. «Gli orologi sono facili da rubare e facili da rivendere, tra l’altro a cifre molto alte – spiega Salvaggio –. Le richiesta è tantissima. Credo che anche i social abbiano contribuito ad ampliare la platea degli appassionati: ci sommergono di video in cui preziosi orologi vengono indossati da individui discutibili, convinti di avere al polso uno status symbol che possa garantire loro un’ascesa sociale e conferire classe. A parte questo, il fatto è che le maison, che in molti casi puntano su una produzione artigianale, non riescono a stare al passo. Per quanto riguarda il mercato legale, i tempi di attesa sono lunghissimi. Anche 6 o 7 anni per avere un orologio, in alcuni casi addirittura 15. Chi invece lo vuole subito è disposto a qualsiasi cosa».

Una volta rubati, gli orologi sono naturalmente privi di garanzia. Quindi potrebbero essere venduti a un prezzo inferiore. Un esempio: un pezzo acquistato regolarmente a 80mila euro potrebbe essere piazzato nel mercato nero a 50mila euro. Comunque non proprio spiccioli. Invece un orologio acquistato a 15mila euro, sempre come conseguenza delle lunghe file d’attesa, oggi potrebbe essere rivenduto a 30mila nel mercato legale. Una situazione generata anche dalla bolla speculativa del periodo Covid, quando la produzione si era praticamente fermata. «Non dimentichiamoci che l’orologio, oggi, rappresenta sempre più un investimento – aggiunge Salvaggio –. È anche diventato una moneta di scambio. Basta fare un giro su Subito.it per rendersene conto. In tantissimi annunci gli orologi vengono permutati per altri beni come, ad esempio, le automobili di lusso».

Le bande

Domenico Salvaggio non crede nell’esistenza di una organizzazione, di una sorta di internazionale dello scippo. Ad agire sarebbero invece piccole bande che, evidentemente, arrivano nell’isola insieme ai turisti. «Quello nero è un mercato nel quale si possono vendere gli orologi rubati senza la necessità di avere una organizzazione strutturata alle spalle – sostiene l’esperto di sicurezza –. Solitamente chi ruba un orologio lo rivende subito, senza troppi problemi. Pensiamo che alcuni furti avvengono anche su commissione: il collezionista chiede un determinato modello al mercato nero e questo glielo fornisce».

Come fermarli Salvaggio non ha particolari consigli da dare alle forze dell’ordine. «Non è certamente il mio ruolo – dice –. Anzi, a loro faccio i miei complimenti per l’importante lavoro che svolgono ogni giorno. Poi certo, è sempre importante intensificare i controlli e la videosorveglianza nei luoghi più a rischio. Ma purtroppo devo dire che i risultati non sono sempre così scontati e immediati, perché a Porto Cervo la videosorveglianza esiste ma gli scippi avvengono lo stesso. Stiamo parlando di un fenomeno certamente non facile da arginare, quindi è importante studiarlo e capirlo a fondo. Per come la vedo io, tutto questo è anche una violenza mentale. Perché una persona non si sente più libera di indossare un qualcosa che ha acquistato con sacrificio se poi il rischio è quello di farsi derubare o rimediare addirittura una coltellata».

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