La Maddalena, ingressi low cost nelle acque del parco: per una settimana un 200 metri paga 760 euro
La presidente Giudice: «Tariffe da rivedere, senza esagerare. Basta mortificare il territorio: i servizi e la bellezza si pagano ovunque»
La Maddalena L’ingresso in paradiso costa una manciata di euro. Il tariffario per i permessi del diporto è consultabile sul sito dell’ente. Per scivolare sulle acque per un giorno, si paga dai 3 euro al metro lineare (per imbarcazioni da 10 a 24 metri) ai 5 euro da 35 a 200 metri. Facendo due conti rapidi, un 40 metri per una giornata a mollo nelle cale più belle dell’arcipelago verserà al Parco 200 euro. Un 100 metri 500 euro.
Per sette giorni di libera circolazione nelle acque del parco nazionale di La Maddalena lo stesso 40 metri ne pagherà 666 euro. Uno yacht tra 40 metri e fino a 200 potrà farsi una settimana nell’arcipelago spendendo 760 euro. Tariffe che vengono poi così ridotte: - 5% per acquisto telematico; - 50% per residenti a Palau, Arzachena e Santa Teresa Gallura: - 40% per unità a vela.
«Tariffe bassissime – commenta la presidente del Parco Rosanna Giudice -, da rivedere. Nessuno ha intenzione di strangolare i diportisti che ci scelgono per le loro vacanze, ma è giusto dare valore al patrimonio di inestimabile bellezza che abbiamo. I servizi si pagano, ovunque, come anche la bellezza. Questo tariffario dovrà essere rimodulato anche per non mortificare il nostro territorio».
Poi certo c’è l’altro problema, che è quello di riscuotere il dovuto. Quest’estate il tasso di furbi e di abusivi del trasporto ha subito un’impennata. Un po’ per problemi tecnici (la graduatoria con le autorizzazioni per il noleggio e la locazione è stata pubblicata solo ad agosto), un po’ perché la furbizia è uno sport molto praticato e in molti solcano le acque del parco senza pagare, sperando di sfuggire ai controlli.
Ad aggiungersi al quadro globale non proprio paradisiaco ci sono gli yacht discoteche. «C’è poi da considerare cosa è successo dopo che il Tar ha sospeso la mia ordinanza da commissario sul divieto di sosta notturna in rada - aggiunge Giudice -. Decine e decine di imbarcazioni hanno trasformato le nostre baie in hotel e in rumorose discoteche, con musica altissima fino all’alba e luci potentissime». La discussione nel merito davanti al Tar a inizio 2026.
