Incendio ai pannelli di Viddalba: auto sospetta nella notte, volevano completare l’opera
Gli investigatori esaminano i filmati. Prevale la pista “ideologica”
Sassari Non ce l’avevano con questa o quella impresa. L’obiettivo doveva essere il nascente parco fotovoltaico, un’opera al servizio della comunità, un progetto pensato per favorire la crescita e migliorare i servizi nella Valle del Coghinas. E così è stato. Con una ipotesi investigativa che sembra prendere corpo proprio in queste ore: gli attentatori erano pronti a tornare per completare l’opera, perché nell’area industriale e artigianale in località “Li Patimi” ci sono altrettanti pannelli oltre i 5mila distrutti dall’incendio doloso.
Il servizio di vigilanza attivato dal sistema delle imprese, infatti, avrebbe notato martedì notte un’auto sospetta che sarebbe transitata più volte nella zona. Chi c’era a bordo e che cosa stava facendo a quell’ora di notte in quel territorio appena preso di mira da un attentato?
I carabinieri della compagnia di Valledoria (impegnati i militari del nucleo operativo e della stazione) sono entrati in possesso delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza ma anche di altri video girati dalle telecamere di altre aziende private, anche nel centro abitato.
Idee chiare quindi, anche se dalle indagini non trapela niente. L’obiettivo è quello di non vanificare gli elementi già raccolti che sembrerebbero portare in una direzione particolare. Fino a fare prevalere la motivazione ideologica rispetto a quella personale. In sostanza - secondo gli inquirenti - se gli attentatori avessero voluto danneggiare una delle aziende impegnate nei lavori, avrebbero potuto colpire per esempio il parco mezzi (di valore nettamente superiore rispetto ai pannelli fotovoltaici). Invece il rogo ha interessato i pannelli destinati alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico per la Comunità energetica rinnovabile della Valle del Coghinas.
Ma cosa può esserci sotto e perché attorno a questo progetto senza scopo di lucro pensato e progettato per il bene della comunità (con 11 Comuni coinvolti) c’era scarso entusiasmo prima e quasi indifferenza oggi? Ruota anche attorno a questo interrogativo il lavoro dei carabinieri della compagnia di Valledoria che ieri sono tornati sul posto dell’incendio e hanno effettuato sopralluoghi mirati. L’impressione è che vogliano procedere spediti seguendo un percorso che è stato tracciato fin dai primi momenti.
Sono stati sentiti a lungo i rappresentanti delle imprese che partecipano al progetto di comunità, e anche i tecnici che hanno curato gli elaborati e la direzione dei lavori in quella ex cava scelta come obiettivo da riqualificare, luogo dove creare spazi verdi e servizi. Le due persone che hanno appiccato il fuoco in tre punti prima di scappare erano a viso coperto, i carabinieri hanno rivisto più volte le immagini cercando qualche riferimento o dettaglio particolare per cercare di identificare i due uomini mascherati.
L’ipotesi è che si tratti solo degli esecutori materiali e per questo l’indagine non trascura alcun elemento, compreso quello che potrebbe fornire contenuti per definire anche la figura di possibili mandanti dell’attentato. L’area di “Li Patimi” dove sta sorgendo l’impianto fotovoltaico, duramente colpito dall’incendio, è ora presidiata da un servizio di vigilanza continua
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