L’identità di un’isola: «Prima siamo sardi e dopo italiani»
Questa la fotografia scattata dal Rapporto IX 2025 della Fondazione Sardegna
Sassari Quattro su dieci si dichiarano sardi, prima ancora che italiani. E lo fanno con un certo orgoglio, che in Italia ha pochi rivali: il doppio rispetto al resto del Paese, dove l’identità regionale si ferma a uno scarno 20%.
È la fotografia scattata dal Rapporto IX 2025 della Fondazione Sardegna, che racconta un’isola che resiste alle maree della globalizzazione, aggrappata al suo senso di appartenenza.
Sardità Solo il 28% dice di sentirsi soprattutto italiano. La metà abbondante degli abitanti della Penisola risponde invece così, senza esitazioni. In Sardegna no: qui l’identità nazionale resta un orizzonte lontano, sfocato. Non è diffidenza, non è rancore. È radice ben piantata, cultura, senso di appartenenza.
E la radice ha profonde ramificazioni: nel 2017, anno di picco, il 51% degli isolani si dichiarava innanzitutto sardo. Poi la percentuale è scesa, fino al 35% del 2024. Oggi è tornata al 40%. Non un dettaglio, se confrontato con l’Italia, dove nello stesso arco di tempo l’identità regionale non ha mai superato il 17%, e l’identità nazionale è rimasta stabile attorno al 50%.
I legami sociali Il dato sorprende ancora di più se incrociato con quello sull’inclusione sociale: il 62% dei sardi si sente parte della comunità, dentro la rete dei legami sociali. Nel resto del Paese la media è più bassa, e la forbice si allarga guardando agli esclusi: solo l’11% dei sardi dichiara di sentirsi ai margini, contro valori che in Italia arrivano al 14%.
Meno diffuso anche il cosiddetto “rancore sociale”: in Italia il 45% pensa di aver dato più di quanto ricevuto dallo Stato. In Sardegna si ferma al 38%. Il 41% invece dice di aver dato e ricevuto in egual misura, il 7% di aver ricevuto di più. Numeri piccoli, ma indicativi di una società che regge meglio la frattura con lo Stato centrale, senza però cancellarla del tutto.
Giovani con la valigia Eppure, sotto questa superficie compatta, si apre la crepa più dolorosa. Quella che riguarda i giovani. Alla domanda se la Sardegna offra davvero un futuro, solo un terzo risponde sì. Il 33%, contro il 40% del resto del Paese. Guardando l’andamento temporale, la fiducia ha conosciuto forti oscillazioni: nel 2016 soltanto il 27% dei sardi riteneva l’isola capace di garantire opportunità alle nuove generazioni. Una percentuale salita negli anni seguenti fino a toccare il 40% nel 2024, prima di calare nuovamente, fermandosi all’attuale 33%
Il rovescio della medaglia è rappresentato da chi risponde negativamente: oltre sei sardi su dieci (65% negli ultimi anni) ritengono che la regione non sia in grado di assicurare un futuro ai ragazzi. Una percezione che, pur con qualche variazione, rimane costante e pesante sul tessuto sociale.
Il confronto con la media nazionale rafforza il quadro: in Italia la quota di fiduciosi oscilla attorno al 40%. In Sardegna, pur toccando gli stessi livelli in alcuni anni, il dato tende a essere più instabile e, negli ultimi due anni, meno favorevole.
Emigrazione Il risultato è chiaro: la Sardegna è una terra che trattiene le radici ma lascia partire i rami, un luogo dove l’identità resta fortissima ma non basta a fermare l’emorragia di giovani costretti a cercare altrove opportunità di lavoro e realizzazione personale.
Eppure la voglia di restare c’è, ed è fortissima: l’80% dei cittadini dichiara di voler vivere nell’isola anche domani, una percentuale in calo rispetto al 2021 (81%). Nel resto d’Italia il dato è molto simile a quello sardo, con una percentuale di abitanti che resterebbero nella propria regione pari all’79%. Segno che il radicamento nell’isola è lì, intatto. Ma cozza con la mancanza di opportunità.
C’è chi resta per affetto, chi per necessità, chi per ostinazione. Ma sempre più spesso i ragazzi guardano l’orizzonte con la certezza che il mare, non sia una protezione, ma un confine. Un’isola che custodisce la memoria, ma rischia di perdere il futuro. Perché l’appartenenza, da sola, non basta a fermare l’emigrazione.