La pensione anticipata è un miraggio: i dati ufficiali e le soglie
Sul tavolo anche la proposta di utilizzare il Tfr per l’uscita dal mondo del lavoro
La soglia per andare in pensione accedere alla pensione anticipata è notevolmente aumentata negli ultimi tre anni e salirà ancora fino al 2030, rendendo l’uscita anticipata prima della vecchiaia praticamente impossibile. Sul tavolo del dibattito politico c’è anche la proposta emersa di utilizzare il Tfr per favorire il pensionamento anticipato.
«Il Governo, da quando è in carica, ha fatto crescere di oltre 500 euro l'importo soglia per il pensionamento anticipato nel sistema contributivo, rendendolo un miraggio. Prima crea il problema, e poi prova a spacciare per soluzione un rimedio inefficace», è l’attacco della segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione.
Il vero nodo - sostiene la Cgil - è quello della precarietà e dei salari: fissare una soglia così alta significa rendere impossibile l'uscita a 64 anni alla stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori italiani.
Lo studio Con retribuzioni medie o basse la soglia non è raggiungibile nemmeno dopo 40 anni di contributi e con l'utilizzo del Tfr. L'Ufficio previdenza della Cgil nazionale ha elaborato un'analisi che smonta la proposta del Governo di utilizzare il Tfr per consentire l'uscita a 64 anni.
Le soglie Da quando è in carica il governo Meloni - spiega lo studio - l'importo soglia è cresciuto a dismisura: nel 2025 la soglia è di 1.616,07 euro (+306,65 euro rispetto al 2022, +23%) e nel 2030 arriverà a 1.811,78 euro (+502,36 euro rispetto al 2022, +38%). Solo questo incremento richiede un montante contributivo aggiuntivo di oltre 128.000 euro: un traguardo irraggiungibile per chi ha carriere discontinue e salari medi o bassi, che richiederebbe una retribuzione aggiuntiva di 388.953 euro al 2030. Di conseguenza, anche l'uso del Tfr da sommare al montante contributivo maturato di fronte a questi numeri sarebbe inefficace.
Gli altri dati «La maggioranza dei lavoratori - dichiara Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Confederazione - non riesce a raggiungere la soglia: con 8.000 euro annui di retribuzione, dopo 40 anni la pensione stimata è di appena 505 euro al mese; con 20.000 euro si arriva a 1.263 euro; solo chi ha redditi elevati supera i requisiti, mentre chi lavora tutta la vita con salari medi resta comunque sotto le soglie. Persino con la retribuzione media del settore privato, pari a 23.700 euro annui, dopo 40 anni la pensione stimata è di 1.496 euro, ben al di sotto della soglia prevista per il 2030».