La Nuova Sardegna

Pula

Premio Ichnos, Conte contro Meloni: «Troppi silenzi su Gaza»

di Ilenia Mura
Premio Ichnos, Conte contro Meloni: «Troppi silenzi su Gaza»

Il leader del Movimento 5 stelle intervistato da Luciano Tancredi, direttore della Nuova Sardegna

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Inviata a Pula «Meloni ci deve spiegare perché dopo due anni ci sono ancora tutti questi silenzi e queste inerzie su Gaza. Quello che sta accadendo è spropositato. Ci sono 20mila bambini trucidati. Circa 300 reporter uccisi, con le famiglie. Lei ci rappresenta, rappresenta l’Italia e ancora non ci ha dato risposte su quello che sta accadendo e perché». Ospite del premio Ichnos International Sardegna Awards in corso al Forte Village di Santa Margherita di Pula, dove si parla anche di libertà di stampa, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte è il protagonista di una lunga intervista condotta dal direttore della Nuova Sardegna, Luciano Tancredi, che parte da quello che definisce «il tema più caldo – Gaza – e dal messaggio di Mattarella che ha invitato gli attivisti ad accettare la mediazione» per poi virare sugli argomenti di attualità – dalla politica estera al confronto col Governo.

Ma è il genocidio di Gaza e il riconoscimento della Palestina l’argomento chiave che focalizza l’attenzione della platea di giornalisti dei Media nazionali e internazionali presenti alla due giorni del Premio. Mattarella? Conte parla di «un messaggio del presidente che rimette la Chiesa al centro del villaggio che riconosce il valore dell’iniziativa a differenza della presidente Giorgia Meloni». E sferra il suo attacco contro il Governo Meloni, reduce dal suo tour elettorale nelle Marche dove si gioca la partita delle regionali, affermando che un presidente non può essere ricordato «per la stabilità, ma per le riforme».

Poi in Italia «registriamo il crollo della produzione industriale» e il «record della povertà con 6 milioni di precari che non arrivano a fine mese». Ma il tema forte è Gaza: «Migliaia di cittadini sono scesi in piazza per dire stop al genocidio. Meloni ascolti la voce di chi protesta pacificamente e le chiede di agire anziché accucciarsi su Washington per proteggere Netanyahu. E la smetta di scappare dal dibattito in Parlamento».

Sul viaggio della Flotilla, «non mi sento di dire cosa farei – dice Conte – ma qualunque decisione prenderanno avranno il mio sostegno e quello della mia comunità perché il loro è un gesto di nobile lignaggio, vogliono rompere l’assedio su Gaza. Si tratta di un progetto umanitario senza armi, non possono essere trattati con ostilità mettendo a repentaglio l’incolumità di chi cerca la pace».

Da Israele alla Russia il passo è breve, Tancredi lo incalza sul tema dei conflitti e chiede se «possiamo fidarci dei nostri servizi che minimizzano il concretizzarsi di una guerra». Rischio reale? «Che ci sia un pericolo è una prospettiva concreta», sostiene il presidente M5s: «Dopo che abbiamo accettato di chiudere un tavolo negoziale ora è difficile tornare indietro». Poi la questione del riarmo: «Il Piano di 800 miliardi va contro la pace». E se da una parte si investe sulle armi – sostiene – si tagliano i fondi alla sanità: «Oltre al Welfare. È inaccettabile. Ma se non si va in guerra – domanda – come reggiamo questi sforzi bellici? Servirà la leva obbligatoria?» L’attualità porta in Sardegna, alla fabbrica di bombe a Domusnovas, in fase di ampliamento: «Ci sono fortissimi interessi – insiste Conte – la Giunta ha bloccato per capire». Alessandra Todde? Per Giuseppe Conte «sta facendo bene».

«Non le do consigli, non ne ha bisogno. Si sta muovendo bene. Sta lavorando sulla sanità dove c’è tanto da fare, sui trasporti (il bando è già pubblicato sulla Gazzetta europea) e l’isola sarà più connessa e a prezzi calmierati. Sta potenziando il turismo, Anche sulle rinnovabili ha voluto vederci chiaro, stanno autorizzando tutto senza criterio, lei ha detto stop». Infine la libertà di stampa: «Siamo messi peggio di quando c’era Berlusconi. La legge Renzi sulla Rai gli ha consentito di nominarne i vertici. Anche le Tv commerciali sono schierate. Oggi il Governo fa il bello e il cattivo tempo, hanno tanti trombettieri ovunque». La riforma Rai? «Bisogna lavorare a una proposta condivisa e abbiamo anche il regolamento europeo. Questa governance Rai – chiosa – è fuori legge. Sarà scontro, non possiamo accettare tutto questo in un sistema democratico».

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