La Nuova Sardegna

La sfilata

Tradizioni e colori, la “flotilla identitaria” approda a Carloforte

di Paolo Ardovino
Tradizioni e colori, la “flotilla identitaria” approda a Carloforte

Oltre quattrocento partecipanti per “Navigantes”, il viaggio culturale della Fondazione Maria Carta

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Si sono svegliati all’alba per vestirsi con gli abiti tradizionali e farsi trovare puntuali al porto. Da Portovesme traghetto per l’isola di San Pietro. Destinazione: il centro storico di Carloforte, dove oggi fino all’ora di pranzo andrà in scena la sfilata colorata, eterogenea e portatrice di tradizioni. Torna “Navigantes”, l’idea nata dalla Fondazione Maria Carta e che quest’anno coinvolge più di quattrocento persone tra rappresentanti di gruppi folk, associazioni, artisti, istituzioni. Il presidente della Fondazione che ricorda la cantante di Siligo, Leonardo Marras, l’ha chiamata la «flotilla identitaria», per calarsi nell’attualità e per dire che un’alternativa c’è sempre. Da un lato del Mediterraneo si intensificano gli scontri, dall’altro si aprono le braccia in senso di incontro.

Ancora una volta “Navigantes” sceglie una comunità con cui aprire un gemellaggio e un confronto sulle identità, le storie e le lingue. Nel 2023 fu con i catalani di Barcellona, un anno fa con la Corsica, a Bonifacio. Stavolta il dialogo è con un’isola nell’isola, quell’isola di San Pietro che è Sardegna e al tempo stesso fuori Sardegna. Sarà l’occasione per sentire mescolarsi tra loro gli accenti e le lingue di nord e sud insieme al tabarchino. Solo a sentire le voci si capirà, tra poche ore, in senso pratico dove risiede tutta la ricchezza espressiva e linguistica della Sardegna.

A questa si uniranno i suoni – un momento clou della giornata sarà l’esibizione dei tenores di Bitti insieme a Maria Giovanna Cherchi – e infine i colori e le forme degli abiti tradizionali e delle maschere del carnevale.

Il programma Per l’edizione 2025 di Navigantes l’equipaggio è eccezionale: oltre 400 partecipanti in rappresentanza di 50 Comuni sardi. Ieri sera il ritrovo a Portoscuso, la cena allargata è stato il primo momento di contatto tra i rappresentanti dell’isola, tutti arrivati dalle zone più disparate. Questa mattina sveglia presto, prestissimo, per arrivare alla banchina di Portovesme entro le otto. Tutti sul traghetto verso l’isola di San Pietro. E i primi balli e canti sono proprio qui, sul mare, tra le onde, da una sponda all’altra.

All’arrivo, alle 9,30, nel palazzo comunale di Carloforte, è previsto un incontro con le istituzioni locali, presenti diversi sindaci in rappresentanza dei comuni sardi. Subito dopo, nella chiesa di San Carlo Borromeo, spazio ai canti e ai suoni della tradizione tabarchina e sarda. Alle 11.30 verrà dato il via al corteo, con i gruppi in abito tradizionale provenienti dai diversi territori della Sardegna, le maschere dei Mamuthones e Issohadores della Pro Loco di Mamoiada, i Tamburini di Oristano, i suonatori degli strumenti della tradizione, come le launeddas e gli organetti diatonici, oltre al canto femminile e alle quattro voci maschili del Tenore. Non mancheranno le musiche carlofortine, che daranno il benvenuto, faranno la parte dei padroni di casa e accoglieranno la folta delegazione.

Il significato La musica, l’enogastronomia, gli scambi turistici: Carloforte si scopre al resto del mondo, e lo fa attraverso gli occhi curiosi degli isolani, di chi proviene da diverse parti della Sardegna. Poi c’è la lingua, quel tabarchino nato da una costola del genovese, condiviso con l’isola di Sant’Antioco, una delle peculiarità più evidenti e che incuriosiscono. «Un aspetto importante, vorrei dirlo, è anche quello dei nostri giovani – sottolinea Marras –, assistiamo a una generazione che spesso parte e va via, ma ci sono tante storie di chi decide di tornare e far crescere i suoi progetti dov’è nato». «La storia, la cultura, le tradizioni fanno parte integrante della nostra identità e siamo onorati che sia Carloforte il fulcro di questa iniziativa – queste invece sono le parole della vicesindaca Betty Di Bernardo –. Da diverse settimane stiamo dando il meglio di noi stessi per la buona riuscita dell'iniziativa. E siamo certi che sarà un successo, li aspettiamo».

La storia L’isola di San Pietro ha una storia antica: abitata fin dall’epoca nuragica, fu in seguito frequentata da Fenici, Greci e Romani, che la chiamarono rispettivamente Inosim, Hieracon Nesos e Insula Accipitrum (isola degli sparvieri). Per secoli rimase quasi disabitata, finché nel 1738 il re Carlo Emanuele III di Savoia concesse l’isola a una comunità di pescatori liguri provenienti da Tabarka, isola tunisina dove si erano stabiliti nel XVII secolo. Nacque così il borgo di Carloforte, unico centro abitato dell’isola, che ancora oggi conserva lingua, tradizioni e cultura ligure. L’economia si è a lungo basata sulla pesca, in particolare quella del tonno. Oggi l’isola è nota per la sua bellezza paesaggistica, con coste frastagliate, scogliere e calette. Al grande pubblico è nota per la serie tv “L’isola di Pietro”, andata in onda su Canale 5 dal 2017 al 2019 con tre stagioni. Ambientata a Carloforte, con Gianni Morandi protagonista. Nel cast Caterina Murino e Lorella Cuccarini.

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