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«I centri commerciali naturali una risorsa: più fondi ai negozi che uniscono le comunità»


	La holiday card del centro commerciale naturale del centro storico di Sassari
La holiday card del centro commerciale naturale del centro storico di Sassari

La nota dei Ccn dell’isola uniti. Punti vendita, l’economista Piredda: «Funziona di più l’e-commerce»

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Sassari Quando Francesco Piredda, economista sassarese, consulente della Camera di commercio del Nord Sardegna, dice che «la nota positiva del commercio è il commercio online», evidenzia i tanti buchi del commercio tradizionale. «Crollano le attività piccole, quelle da 60-70 metri quadri, di vicinato». Sempre secondo gli ultimi studi che l'hanno portato a stilare il rapporto annuale “Sardegna che conta” insieme a Gianmario Serra, analizza: «Un crollo importante riguarda i venditori ambulanti e il settore dell'abbigliamento». I più facili da sostituire con un clic sulle piattaforme di e-commerce. Il processo è ampiamente cominciato. Per ridare smalto ai punti vendita fisici si sono ormai diffusi i Ccn, i centri commerciali naturali. Aggregazioni di imprenditori, artigiani e servizi dello stesso quartiere, del centro storico o dello stesso piccolo Comune che fanno sistema. Di recente è arrivato dalle casse della Regione uno stanziamento di 1,5 milioni di euro e un limite massimo di 50mila euro per Ccn, e proprio oggi, con una nota che riunisce tanti centri commerciali naturali della Sardegna, viene ribadita alla politica «il ruolo strategico» che hanno assunto «per i territori». I Ccn, spiegano «sono infrastrutture di comunità perché presidiano centri storici e spazi urbani, contrastano spopolamento e desertificazione commerciale e favoriscono rigenerazione urbana, partecipazione e identità locale».

Per questo motivo le aggregazioni di commercianti – in 27 firmano la nota comune, da San Teodoro a Oristano, da Alghero a Villasor, Portoscuso, Nuoro, Iglesias, Cagliari – evidenziano: «Non chiediamo solo risorse, ma il pieno riconoscimento del ruolo dei Ccn come infrastruttura sociale dei territori – e l’appello –. Accogliamo la continuità del bando, ma non è sufficiente. Il tetto di 50.000 euro, invariato negli anni, non consente una vera programmazione né sviluppo di progetti strutturali. Siamo d’accordo a metà: il sostegno è positivo, ma resta incompleto». (p.ard.)

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