La Nuova Sardegna

Economia
L’analisi

I ristoranti resistono alla crisi, il commercio salvato dal turismo – i numeri

di Paolo Ardovino
I ristoranti resistono alla crisi, il commercio salvato dal turismo – i numeri

Ogni giorno in Sardegna chiude un bar, ma l’enogastronomia contiene le perdite Casu, Confcommercio: «Oggi funziona l’impresa che offre servizi per le vacanze e chi si specializza»

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari Siamo un’isola di ristoratori, noleggiatori e operatori balneari. Bar e piccoli locali chiudono a raffica, è vero, ma il commercio della Sardegna, che da alcuni anni segna un trend negativo costante, vede la luce nel comparto di ristorazione e servizi. Bene i ristoranti, che fanno segnare l’unico segno più. In generale bene chi amplia l’offerta ai vacanzieri. Noleggi di auto e barche, visite guidate, stabilimenti. Nuovo commercio I sorrisi nel mondo del commercio «sono pochi», ammette il presidente regionale di Confcommercio, Sebastiano Casu, che però offre un binomio: «Turismo e agricoltura». Gli unici settori «che trainano l’isola». E quindi, tradotto: servizi integrati all’offerta turistica, e non è un caso che mentre i bar chiudono, i ristoranti consolidano la propria posizione, e nella maggiore specializzazione delle figure in ambito di innovazione scientifica. Il trend Nel settore delle imprese che hanno a che fare con il commercio, è nella ristorazione – nello specifico: ristoranti e attività di ristorazione mobile – che si trova la maggior parte delle attività. Poco più di 6,5mila unità al 2024. Ieri si raccontava il tracollo dei bar: tra aperture e chiusure il saldo di un anno fa è di -345 locali nell’isola. I ristoranti invece resistono.

Quelli aperti continuano ad esporre i menu fuori dagli ingressi, i nuovi arrivati non sembrano delle meteore, e infatti da 2023 a 2024 la variazione è positiva dello 0,3 per cento. Con numeri più piccoli, fa ben sperare anche la crescita di mense e catering, 132 attività in Sardegna, cresciute nello stesso periodo del 6,5%. Ed è un settore lavorativo affollato: 30.590 dipendenti nella ristorazione. Anche se a ogni inizio estate ritorna l’allarme per la carenza di personale. La richiesta è altissima. L’evoluzione Se è vero che i successi nascano dai fallimenti, il segno più dei ristoranti proviene (anche) dalle chiusure dei bar. Quelli di quartiere non si sono evoluti, ma chi lo ha fatto è finito a fare, appunto, piccola ristorazione. Alla gente piace sempre più l’idea di mangiare fuori casa. «Sui bar, il problema è stato la liberalizzazione delle licenze, abbiamo visto una presenza spropositata di locali rispetto alle esigenze reali di mercato – osserva Casu –. Per altri è diventata una sfida, significa investire in maniera costante». Se oggi il presidente di Confcommercio Sardegna dovesse consigliare a un giovane imprenditore dove investire, lo guiderebbe verso «turismo e agricoltura». I due campi di economia reale, spiega: «I servizi al turismo si possono espletare in tanti modi, e certamente migliorano l'offerta generale. Poi intendo innovazione tecnologica per l’agricoltura, i giovani possono entrare in mercati interessanti. E i nostri prodotti sono ben accetti oltremare». I boom Parole che coincidono con l’ultimo resoconto sui settori delle imprese dell’osservatorio economico “Sardegna che conta” della Camera di commercio. «Il più dinamico, in termini di crescita imprenditoriale, è il comparto dei servizi che alla fine degli scorsi dodici mesi ha contato 591 imprese in più rispetto al 2022 (+2,2%).

Tra questi da segnalare un vero e proprio boom delle attività professionali scientifiche e tecniche che presentano un aumento di 132 imprese (+3,8%) e di quelle legate al noleggio e ai servizi di supporto alle imprese (saldo positivo da inizio anno di 120 attività e una variazione relativa del 2,3%)».

In evidenza
Le indagini

Finto tenente dei carabinieri tenta di truffare donne anziane: arrestato in flagranza

Le nostre iniziative