La Nuova Sardegna

Economia
Il report Bankitalia

Lavoro e consumi, l’isola cresce ma va ancora troppo lenta

di Giuseppe Centore
Lavoro e consumi, l’isola cresce ma va ancora troppo lenta

Più 0,7 per cento: l’economia sarda supera la media nazionale. Il saldo positivo grazie al boom dell’occupazione e all’aumento contenuto dell’inflazione

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Cagliari L’economia della Sardegna, ancora dipendente dalle tradizionali voci produttive, (raffinazione in testa) continua a crescere seppur lentamente. L’isola è in grado di registrare una performance (+0,70) che se non entusiasma in valore assoluto, la colloca sopra la media nazionale per incremento, anche se solo per un decimale. È il dato più importante emerso dall’aggiornamento congiunturale dell’economia della Sardegna pubblicato ieri dalla Banca d’Italia, e presentato nel capoluogo dal nuovo direttore di sede Giovanni Giuseppe Ortolani.

Sono pochi i dati che distinguono l’andamento dell’economia sarda da quella del resto del Paese: tra questi un’inflazione in aumento contenuto (+1,3 nei primi 9 mesi del 2025 rispetto all’1,6% nazionale), una crescita decisa dell’occupazione (+ 3,2% nel primo semestre 2025 rispetto all’1,4 in Italia), e un incremento del consumo delle famiglie e valori costanti (+0,9% secondo un indicatore trimestrale di Bankitalia, rispetto al +0,7% nazionale).

Dati che presi nel loro complesso segnano un’isola in movimento, ma con una velocità ancora modesta per recuperare il divario con le aree più sviluppate del paese. L’analisi della sede cagliaritana di Bankitalia, redatta dallo staff del settore ricerca economica, coordinato da Rosario Maria Ballatore, si colloca a metà del rapporto annuale che di solito viene presentato nelle prime settimane di giugno. I dati si riferiscono quindi solo al primo semestre del 2025, e in qualche caso ai primi nove mesi dell’anno. Solo il prossimo anno potranno essere confermati dalle analisi definitive. Le imprese. Il sondaggio di Bankitalia su un campione di imprese sarde indica nel complesso valori stabili, pur con eterogeneità tra comparti. L’attesa degli operatori però è data in negativo, anche a causa delle diverse turbolenze internazionali sul fronte politico e più strettamente economico. Un capitolo a parte meritano i cantieri del Pnrr, che il prossimo anno, a scadenze attuali, andranno a chiudersi. La Sardegna fa meglio in gare aggiudicate e avanzamento dei lavori sia del sud che del dato nazionale, ma ciò non basta a sostenere il mercato delle costruzioni che infatti registra i primi indebolimenti delle attività. Da segnalare invece il dato sugli scambi con l’estero, in contrazione sulla raffinazione ma non sui beni alimentari, che invece registrano nei primi sei mesi del 2025 un incremento del 6,1%. Il dato di export verso gli Usa segna un - 45%, con i primi effetti delle politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump. Ma in valori assoluti si tratta di 155 milioni, un dato insignificante rispetto ai 2,6 miliardi esportati nei primi sei mesi di quest’anno nella raffinazione e nei metalli. Eppure nonostante questi valori secondo Bankitalia la Sardegna è una delle regioni meno esposte, per il momento ai dazi Usa. Da segnalare infine una buona redditività delle imprese, con una espansione dei finanziamenti alle imprese medio-grandi (+3,7%), opposta a quelle per le aziende più piccole (-3,7%).

Il mercato del lavoro. Crescita netta, su tutte le tipologie di contratti. Cresce la partecipazione al mercato del lavoro (+3% tra i primi due semestri del biennio), arrivando al 65,6 e cresce anche il tasso di disoccupazione, dato positivo perché fa riferimento a chi cerca lavoro. Questo dato era in calo dal 2021. L’espansione dell’occupazione fa crescere il reddito per le famiglie, che sempre nel primo semestre segna un +3,5% rispetto al 3% della media nazionale. Crescono anche i consumi, due decimali in più della media nazionale allo 0,9 per cento. La crescita dei consumi non si riflette automaticamente su tutti i beni durevoli.

Ad esempio, sulle immatricolazioni auto, l’isola registra un -9% rispetto ai sei mesi del 2024. Dato nazionale - 3%. Il mercato del credito. Cresce l’indebitamento, sia per i mutui che per il credito al consumo, ma non si intravvedono comunque segnali di “surriscaldamento” dell’economia locale da questo punto di vista. I prestiti sono cresciuti del 2,2%, ma sono cresciuti di più le giacenze di famiglie e imprese (+3,9), a dimostrazione di una raccolta in crescita soprattutto sui conti correnti a fronte di una stabilità dei depositi vincolati. Questi ultimi, superano il valore di 30 miliardi, con un incremento più accentuato nelle province di Nuoro e Oristano. Sempre più bassa infine l’incidenza dei crediti deteriorati, che sfiora la media nazionale ed è ben più basso del resto del sud.

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