La Nuova Sardegna

a tu per tu
L’intervista

Alec Ross: «State tranquilli, l’Ai non ci renderà meno umani»

di Paolo Ardovino

L’esperto americano, già a capo dell’innovazione per Clinton e Obama, sul palco di “Connessioni future” a Sassari

3 MINUTI DI LETTURA





Sassari Alec Ross mette l’iphone sul tavolo e scrolla la schermata di Spotify con le novità della settimana: «Tutti brani di band sconosciute, a cui non sarei arrivato. E sono tanta roba. Ah ecco, questa è di Peter Buck dei Rem, non avrei mai conosciuto questo suo nuovo progetto». Invece l’algoritmo è un assistente musicale invidiabile, fa intendere. «E non c'è niente più umano della musica». Robot, futuro distopico, fine della razza umana: tutte scemenze. Ne è convinto l’esperto di tecnologia americano. Poco dopo sale sul palco dell’Ex-Ma.Ter. Ross era l’ultimo grande ospite dei tre giorni di “Connessioni future”, l’evento organizzato dalla Fondazione di Sardegna attraverso Innois a Sassari.

Quando viene invitato a festival e convegni sull'innovazione, qual è il messaggio che ci tiene a portare?

«Ci sono due o tre messaggi-chiave. Per prima cosa la necessità del fare, invece del parlare e dannarsi. In Italia c'è stata lentezza nella digitalizzazione. L’espressione più abusata nella lingua italiana è “dobbiamo stare attenti”. No, io credo in “dobbiamo investire”».

Poi?

«Numero due: i giovani. Il mio fondo ha fatto più di 900 milioni di dollari di investimenti in cinque continenti, e ogni amministratore delegato è più giovane di me. Invece qui non solo i ventenni, ma anche i trentenni sono visti come troppo giovani. L’innovazione viene da persone che hanno visione, che vedono il modo in maniera fresca e nuova. Dobbiamo smantellare questo approccio gerarchico, basato su età e su un sistema di clientelismo e raccomandazioni che vanno contro la meritocrazia».

Cosa ha mostrato a “Connessioni future”?

«Ho provato a creare un ponte di conoscenza della Silicon valley. Il 99 per cento delle persone che pensano all’Ai, pensa subito a quella generativa. Ma ce ne sono almeno di quattro tipi, non è tutto Chatgpt. È come pensare che internet sia solo Google».

Eppure esiste la paura che l’uomo si avvicini sempre più alla macchina.

«L'Italia ha una lunga storia legata alla Chiesa, gli sviluppi tecnologici spaventano e oggi più che mai. Un esempio: 130 anni fa più del 90 per cento dei cittadini italiano hanno lavorato nel mondo dell'agricoltura. Poi l’innovazione tecnologica ha meccanizzato i processi e non abbiamo perso il 90 per cento dei posti di lavoro, anzi. Abbiamo prodotto più cibo che mai, e le persone hanno trovato altri lavori. Anche questo processo fa parte dell'evoluzione umana, e non della sostituzione dell’umano».

Le persone fanno un uso consapevole dell'intelligenza artificiale?

«No, o non la sanno usare o non sanno che si tratta di Ai. Penso dovremmo diventare tutti maestri delle tecnologie, invece che schiavi. E il modo è imparare a utilizzarla. Non sono utopista, sono molto realista. Vedo le minacce, ma è maggiormente positiva. Ha invertito un certo aspetto della globalizzazione, molti lavori si possono fare stando nel proprio luogo e con l'ausilio dell’Ai».

Ross, lei è stato responsabile dell’innovazione per Hillary Clinton e Barack Obama, L’Ai può migliorare la politica?

«Non so come possa assistere i processi politici. Vedo come può migliorare l’amministrazione pubblica. Processi burocratici che richiedono tre mesi puoi risolverli in tre giorni. Ma quando si parla di campagna elettorale, può essere solo uno strumento analitico, per capire meglio. Lo vediamo già nel marketing».

Infatti da giorni parliamo della strategia comunicativa di Zohran Mamdani, il nuovo sindaco di New York. L’è piaciuta?

«La sua politica non è la mia, ma è stato impressionante. Questo è un esempio: Mamdani ha 34 anni, è nato con l’uso di questi strumenti, ha dimostrato come utilizzarli. La tecnologia sia uno strumento totalmente neutrale, di destra e di sinistra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo Piano
La protesta

Scioperi dei trasporti, stop a treni e aerei e si ferma anche la scuola: date e orari da ricordare

Le nostre iniziative