La Nuova Sardegna

La storia

L’avvocata dei bandi universitari: «A caccia di tutte le irregolarità»

di Paolo Ardovino
L’avvocata dei bandi universitari: «A caccia di tutte le irregolarità»

Il progetto di Stefania Flore: l’ultimo caso è un concorso per ricercatore a Cagliari

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Cagliari Avvocata con licenza di correggere. Penna rossa in mano, datele un bando e lei troverà le irregolarità da cerchiare. La cagliaritana Stefania Flore è diventata nota a livello nazionale per la sua storia clamorosa: ha dovuto vincere due volte un bando dell’università di Bologna per un assegno di ricerca. Alla prima le passa davanti una candidata neolaureata, lei trova delle irregolarità e l’ateneo fa un passo indietro e annulla il concorso. Al secondo tentativo vince. Ora sotto la lente d’ingrandimento è finita l’università di Cagliari.

Da un giorno all’altro è diventata paladina dei soprusi accademici e da qui nasce “Bandi università”, progetto che vede impegnata una rete di legali ed esperti in materia di bandi che ogni giorno setaccia online i concorsi lanciati dalle università. E la pesca, purtroppo, non è a vuoto. L’università della Campania “Vanvitelli” è stata costretta ad annullare un concorso proprio dietro segnalazione di Flore e co. Da più di un mese, invece, una pec attende risposta dal rettore dell’università di Cagliari. Sarebbero emerse irregolarità nel concorso per ricercatore di Unica, posto a tempo determinato in Diritto privato, con relazione finale firmata il 26 settembre.

Stefania Flore e Matteo Pisu, rappresentante del corso di laurea in Giurisprudenza e membro del Senato accademico, segnalano: «Tra le criticità figurano un errore aritmetico che avrebbe comportato un punteggio maggiore per la candidata risultata vincitrice; valutazioni incoerenti delle pubblicazioni scientifiche, con punteggi diversi assegnati alle stesse riviste a seconda del candidato e disparità nella valutazione delle relazioni a convegno, con stessi punteggi attribuiti a chi ha presentato due interventi e a chi ne ha presentati oltre venti». La segnalazione è arrivata al Mur. Flore e Pisu hanno chiesto chiarimenti al rettore e alla direttrice di dipartimento a Cagliari il 7 ottobre, «tuttavia senza ricevere ancora alcuna risposta».

Tramite la sua Capo di Gabinetto, il rettore di Unica Francesco Mola fa sapere che l’ateneo non può replicare non essendo Flore né Pisu direttamente coinvolti nella procedura concorsuale e pertanto non avendo alcun interesse diretto. Ma assicura: «L’ateneo sta in ogni caso analizzando gli atti concorsuali per altre necessità e fornirà tutte le risposte del caso alle persone direttamente coinvolte».

È l’ultimo caso su cui è al lavoro “Bandi università”. Dopo il suo, l’avvocata delle cause giuste aveva ricevuto la solidarietà di colleghi, aspiranti ricercatori, persone del mondo accademico sardo e nazionale: «Molte persone ti spaventano, ti dicono: vedrai che ti rovinano la vita o che ne risenti in salute. Io non l’ho vissuta così male. Vorrei che tante persone lo facessero, il problema di noi ricercatori è che non siamo uniti e non siamo coraggiosi». Da queste dichiarazioni sono passati alcuni mesi, nel frattempo ha dato vita al sito che funziona come un contenitore di tutti i bandi di ricerca che non vengono pubblicati sul sito del Ministero, e soprattutto che accoglie segnalazioni. Oltre a Stefania, «non voglio far passare il messaggio che sia da sola, affatto», è nata una rete di esperti. Con un principio chiaro: «promuovere il merito e l’importanza di denunciare nelle sedi competenti ogni ingiustizia subita, con azioni a costo zero». 

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