Da Alina Cossu a Rosa Bechere: i casi ancora irrisolti nell’isola
Negli ultimi anni una sequenza di casi di femminicidio preoccupante
Sassari Negli ultimi anni la cronaca nera sarda ha registrato una sequenza di casi di femminicidio preoccupante: nel 2024 l’isola ha segnato un aumento del 200% rispetto all’anno precedente. Nel 2025 invece, si è tornati a dati più bassi, nonostante non siano mancati episodi eclatanti come l’omicidio di Cinzia Pinna. Una lunga scia di sangue che continua ad attraversare tutta l’isola. Ma dietro i freddi numeri ci sono i volti e le storie di donne che chiedevano solo di vivere liberamente. In alcuni di questi “cold case” la giustizia non ha fatto, per adesso, il suo corso.
Come nel caso di Manuela Murgia. Il cadavere della ragazza, al tempo sedicenne, era stato trovato il 5 dicembre del 1995 nella gola del canyon di Tuvixeddu a Cagliari. Caso archiviato come suicidio, una ipotesi mai creduta dalla famiglia che si è battuta per la riapertura del caso, arrivata finalmente lo scorso marzo. Dopo la riapertura e le nuove indagini, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati il fidanzato della sedicenne, Enrico Astero, 54 anni, per l’ipotesi di reato di omicidio volontario. Dopo i nuovi rilevi dei Ris nel luogo del ritrovamento del corpo della ragazza di qualche giorno fa, ora si attendono gli esiti delle analisi sui vestiti della Murgia.
Un altro caso irrisolto è quello di Alina Cossu. Era il 10 settembre 1988, quando il corpo senza vita della studentessa 21enne di Porto Torres, venne ritrovato nella scogliera di Abbacurrente, tra la cittadina turritana e Platamona. Trentasei anni dopo, l’assassino di Alina non ha un nome. L’autopsia eseguita alcune ore dopo rivelava particolari raccapriccianti: Alina è stata picchiata con una rabbia smodata e poi gettata dal suo assassino nell’acqua, nel tentativo di simulare un suicidio, ma la giovane, probabilmente, aveva solo perso i sensi e quando il suo aguzzino se ne è accorto l’ha strangolata. Sulla fronte, la ragazza ha un’impronta di scarpa: l’assassino l’ha presa a calci o calpestata furiosamente. Per il delitto di Alina il primo sospettato è un ragazzo che forse la 21enne aveva respinto. Il giovane finisce nell’inchiesta ma dopo quattro anni la sua posizione viene archiviata. Per gli inquirenti l’omicidio della studentessa si presenta da subito come un grande puzzle senza alcuni tasselli importanti. Alina era infatti la classica brava ragazza che per non pesare sulla famiglia aveva deciso di pagarsi gli studi lavorando in una gelateria. È proprio lì che è stata vista l’ultima volta la sera del suo omicidio.
I prossimi giorni saranno probabilmente decisivi per un altro caso irrisolto, quello della scomparsa della 60enne Rosa Bechere, a Olbia. Della donna non si hanno più tracce dal 25 novembre 2022, con le indagini inizialmente condotte dalla Procura di Tempio, che erano finite su un binario morto, addirittura con un decreto di archiviazione a cui si erano opposti i familiari della donna. Tre settimane fa il fascicolo è passato nelle mani della Procura generale che ha dato una netta accelerata alle indagini. Nei giorni scorsi due blitz dei carabinieri nelle abitazioni utilizzate da Maria Giovanna Meloni e il compagno Giorgio Beccu, accusati di aver ucciso Rosa Bechere e di aver fatto sparire il suo cadavere, forse in mare. Le attività dei carabinieri proseguiranno probabilmente nei prossimi giorni.
