Riforma dell’edilizia, più facile sanare i vecchi abusi
Il Governo avrà un anno di tempo per riscrivere le norme che regolano il settore
Via libera dal Consiglio dei ministri alla riforma del Testo Unico dell’edilizia. Il governo avrà un anno di tempo per riscrivere le norme che regolano il settore, con l’obiettivo di semplificare le procedure, armonizzare le norme tra Stato, Regioni e Comuni e facilitare la commerciabilità degli immobili con lievi difformità rispetto agli standard attuali. Il ministero delle Infrastrutture chiarisce che non si interverrà sugli abusi edilizi del passato.
Come si sanano le difformità
La riforma introduce la possibilità di sanare difformità non gravi con una sanatoria dal costo proporzionale all’abuso, superando il principio della doppia conformità: sarà sufficiente il rispetto delle regole urbanistiche in vigore al momento della richiesta di sanatoria, con eccezione per opere totalmente abusive o in zona sismica. Previsto il meccanismo del silenzio-assenso per velocizzare i tempi: 30 giorni per pratiche via Scia, 45 per quelle con permesso di costruire.
La classificazione
Cambia anche la classificazione degli interventi edilizi: saranno riorganizzati in base a rilevanza, natura e impatto sul territorio, con una corrispondenza diretta tra tipo di intervento e titolo autorizzativo (Cila, Scia o permesso di costruire). Maggiore impulso alla digitalizzazione e alla rigenerazione urbana, oltre a semplificazioni per i cambi di destinazione d’uso a basso impatto urbanistico. Per immobili anteriori al 1° settembre 1967, data della “Legge Ponte”, sarà possibile la sanatoria in assenza di documentazione, se non esistevano regole al tempo.
