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Imu, seconda rata in scadenza: chi paga, chi no e come si calcola

Imu, seconda rata in scadenza: chi paga, chi no e come si calcola

Si avvicina la data di riscossione per una delle tasse più odiate

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Il calendario fiscale di fine anno segna una data da cerchiare in rosso: 16 dicembre. Entro quel giorno va versato il saldo Imu, l’imposta comunale sugli immobili, che rappresenta una delle principali entrate per i Comuni. Ma non tutti sono obbligati a pagare. 

Prima casa: quando l’IMU non si paga

La regola generale è nota: l’abitazione principale è esente dall’Imu. Per abitazione principale si intende l’immobile in cui il proprietario ha la residenza anagrafica e dimora abitualmente, e che rientra nelle categorie catastali del gruppo A (escluse quelle di lusso).

L’esenzione si estende anche alle pertinenze, ma con limiti precisi:

- una cantina o un solaio (C2);

- un garage o posto auto (C6);

- una tettoia (C7).

Superati questi limiti, le unità aggiuntive tornano imponibili. Attenzione inoltre alla residenza: se il proprietario non risiede nell’immobile, l’Imu è dovuta, anche se si tratta della casa in cui vive abitualmente in altro modo.

Riduzioni ed esenzioni particolari

La normativa prevede alcune agevolazioni specifiche. Gli immobili affittati con contratto a canone concordato beneficiano di una riduzione del 25% della base imponibile.

C’è poi il caso degli immobili occupati abusivamente: se il proprietario ha presentato denuncia per violazione di domicilio, l’IMU non è dovuta per il periodo di occupazione. Non solo: è possibile chiedere il rimborso delle somme già versate, entro cinque anni, per il periodo in cui l’immobile non era nella propria disponibilità.

Chi deve pagare sempre l’IMU

L’Imu resta obbligatoria per le abitazioni di lusso, classificate come:

- A1 (abitazioni signorili);

- A8 (ville);

- A9 (castelli e palazzi storici).

In questi casi, anche se si tratta di prima casa, l’imposta è dovuta, seppur con aliquote agevolate e una detrazione fissa di 200 euro.

Devono inoltre pagare l’IMU:

- i proprietari di seconde case;

- chi possiede immobili dati in affitto o lasciati sfitti;

- uffici, negozi, magazzini, capannoni e immobili produttivi;

- terreni agricoli, anche se non coltivati, con l’unica esclusione di quelli situati in comuni montani o collinari.

L’obbligo riguarda anche chi detiene un diritto reale di godimento, come usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi o superficie. In presenza di più proprietari, ciascuno versa l’imposta in proporzione alla propria quota, con pagamenti separati.

Mutuo prima casa: niente IMU, ma detrazioni fiscali

Chi ha acceso un mutuo per la prima casa ed è residente nell’immobile non paga l’Imu, ma può usufruire di un altro vantaggio: la detrazione Irpef sugli interessi passivi del mutuo.

La detrazione è pari al 19%, calcolata su un importo massimo di 4.000 euro annui. Se il mutuo è cointestato, ciascun intestatario può detrarre la propria quota di interessi.

Come si calcola l’IMU

Il calcolo parte dalla rendita catastale, aggiornata al 1° gennaio 2025. La rendita va prima rivalutata del 5%, poi moltiplicata per un coefficiente che varia in base alla tipologia dell’immobile:

- 160 per abitazioni e pertinenze;

- 80 per uffici;

- 55 per negozi e botteghe.

Il valore ottenuto costituisce la base su cui applicare l’aliquota stabilita dal Comune.

Modalità di pagamento

Il versamento dell’IMU può avvenire tramite bollettino postale oppure con modello F24. In quest’ultimo caso occorre compilare la sezione “IMU e altri tributi locali”, indicando:

- il codice catastale del Comune;

- il numero degli immobili;

- l’anno di imposta;

- l’importo dovuto con il relativo codice tributo;

- la casella “saldo”.

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