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Le reazioni

Legge sulle aree idonee bocciata, la Regione: «La Sardegna non è uno spazio vuoto da occupare»

di Serena Lullia
Legge sulle aree idonee bocciata, la Regione: «La Sardegna non è uno spazio vuoto da occupare»

Gli assessori Cani e Spanedda: «Un argine alla trasformazione indiscriminata del paesaggio». Solinas, M5S: «Il Governo vuole trasformare l’isola in una colonia energetica»

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Cagliari Incassano il no della Consulta che cestina la legge regionale sulle aree idonee con rispetto, non con rassegnazione. Convinti che la Regione Sardegna abbia esercitato a pieno il suo ruolo di tutela del territorio. E che la legge 20 sia proprio la sintesi di tutto questo. «La Sardegna non può essere considerata uno spazio vuoto da occupare ma un territorio complesso, ricco di valori ambientali, culturali e identitari che devono essere tutelati anche mentre si accelera la transizione energetica». Sono le parole degli assessori regionali degli Enti locali, Finanze e Urbanistica, Francesco Spanedda, e dell’Industria, Emanuele Cani. «La transizione energetica non è un processo neutro né automatico che bisogna necessariamente governare. Questo significa assumersi una responsabilità politica chiara, fondata su pianificazione, regole certe e coinvolgimento delle comunità locali», aggiungono. 

Cani e Spanedda ribadiscono la bontà della legge approvata dal Consiglio regionale nel dicembre 2024 e ora bocciata in buona parte dalla Corte Costituzionale. «Ha rappresentato un argine concreto alla trasformazione indiscriminata del paesaggio sardo in paesaggio industriale. A legislazione vigente - evidenziano gli assessori - il paesaggio sardo è stato preservato. La Regione ha esercitato fino in fondo il proprio ruolo di governo». 

Dal punto di vista tecnico «la sentenza della Corte costituzionale viene assunta dalla Regione come un punto fermo, utile a fare chiarezza dopo una fase segnata da una produzione normativa statale incoerente, che ha reso difficile per le Regioni esercitare le proprie competenze». 

Spanedda e Cani sottolineano inoltre l’evoluzione in atto nel quadro normativo nazionale, che tende a spostare l’attenzione da una pianificazione per aree a una valutazione puntuale dei singoli interventi.

«Questo spostamento di obiettivo ha conseguenze rilevanti - avvertono - perché rischia di scaricare il peso delle decisioni sui Comuni, che sono già fortemente oberati e si trovano a fronteggiare situazioni estremamente complesse. Sempre più spesso chiedono aiuto alla Regione. Noi continueremo a offrire un ‘ombrello’ istituzionale, rafforzando il ruolo regionale nella pianificazione e nel supporto agli enti locali». 

Nel quadro nazionale, gli assessori ribadiscono le criticità del decreto legislativo 175/2025. «Faremo ricorso non appena il decreto sarà convertito in legge, perché riduce in modo significativo la possibilità per le Regioni di decidere. Sarà comunque nostra premura modificare le nostre norme tenendo conto dei chiarimenti forniti dalla Corte costituzionale». 

Più critico il consigliere regionale del M5S, Alessandro Solinas. «Prendiamo atto della sentenza della Corte costituzionale, ma questa non ci farà indietreggiare di un millimetro rispetto alla difesa del territorio da quanti lo vogliono trasformare in una colonia energetica, ossia l’attuale Governo nazionale, che attraverso l’impugnazione della nostra legge e con il recente decreto “Meloni”, ha gettato la maschera su quali siano le reali intenzioni. Vogliono avere carta bianca su ogni centimetro quadrato della nostra terra, passando sopra il volere dei cittadini, senza doversi preoccupare della tutela del paesaggio, della cultura, della storia millenaria della nostra Isola, l’identità di un popolo. Non siamo disposti a consentirlo e di certo non intendiamo abbassare la guardia. Anzi, il pronunciamento della Consulta ci motiva ancor nell’intraprendere azioni che portino verso una transizione energetica ordinata, basate sulle regole, contro ogni tipo di speculazione». 

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