Sanità, la Consulta boccia il commissariamento delle Asl: stop alla riforma
Accolte dalla Corte questioni poste dalla presidenza del consiglio dei ministri
Cagliari La Corte costituzionale, con la sentenza numero 198, depositata oggi 23 dicembre, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli 6 e 14 della legge della Regione Sardegna numero 8 del 2025 sulla riforma del sistema sanitario regionale. Nell’accogliere le questioni promosse dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, la Corte costituzionale ha osservato che la prima disposizione impugnata, nella parte in cui fissa un termine di 60 giorni entro il quale il nuovo direttore generale «conferma o sostituisce» il direttore amministrativo, il direttore sanitario e il direttore dei servizi socio-sanitari, se nominato, viola l’articolo 97 della Costituzione, sotto il duplice profilo dell’imparzialità e del buon andamento dell’azione amministrativa.
Quanto alla seconda disposizione impugnata, la Corte costituzionale ha ravvisato la violazione dell’articolo 117, terzo comma, della Costituzione, in materia di tutela della salute, poiché, disponendo il commissariamento, in via straordinaria, di tutte le aziende sociosanitarie, ospedaliere e ospedaliero-universitarie della Sardegna e ricollegando all’insediamento del commissario straordinario l’automatica risoluzione del rapporto con il direttore generale in carica, si pone in contrasto con i principi fondamentali stabiliti dall’articolo 2, comma 5, del decreto legislativo numero 171 del 2016, che non comprende tale ipotesi tra i casi in cui la regione può dichiarare l’immediata decadenza dell’organo di vertice delle Asl.
