La Nuova Sardegna

Il caso

Caos Sanità in Sardegna, gli ex direttori delle Asl: «Impugneremo le nuove nomine»

di Massimo Sechi
Caos Sanità in Sardegna, gli ex direttori delle Asl: «Impugneremo le nuove nomine»

Nonostante la sentenza della Consulta, la Regione potrebbe dare una nuova guida alle Asl. L’avvocato dei dg avverte: «Subito il reintegro e i risarcimenti altrimenti andremo al Tar»

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Sassari «Se la Regione dovesse nominare i nuovi direttori generali delle Asl sarde saremo costretti a impugnare questo atto al Tar». Non usa mezzi termini l’avvocato Matilde Mura difensore di sette tra i direttori generali sostituiti dalla Regione nell’aprile scorso e indica con chiarezza la strada che verrebbe percorsa dai suoi assistiti nel caso la Regione scegliesse di andare dritta per la propria strada, senza accogliere la richiesta di reintegro inviata venerdì via pec. «Una nomina fondata su un commissariamento dichiarato illegittimo con efficacia retroattiva sarebbe, a sua volta, illegittima», afferma ancora l’avvocato Mura.

Si profilerebbero quindi nuovi contenziosi. C’è poi un altro aspetto da considerare: gli effetti della sentenza della Consulta riguardano non solo i direttori generali, ma anche i direttori sanitari e amministrativi. Il principio è lo stesso: se non era legittimo nominare i commissari, questi non potevano a loro volta dichiarare decaduti i direttori in carica e procedere a nuove nomine. Anche in questo caso, però, la sentenza della Corte non produce effetti automatici sulle posizioni individuali. Chi quindi ha scritto nella pec paventando un proprio ritorno in ufficio e nelle proprie funzioni a partire da lunedì 29 dicembre è andato un po’ oltre gli effetti della decisione della Consulta. Accanto al tema della richiesta di reintegro, c’è poi quello, forse più concreto, del risarcimento del danno dal punto di vista economico. Su questo punto la Regione è convinta che non possa esserci responsabilità risarcitoria perché gli atti di sostituzione dei direttori generali sono stati assunti in applicazione di una legge regionale.

Di parere decisamente opposto i legali dei direttori secondo i quali la giurisprudenza ammette il risarcimento quando l’organo politico avrebbe potuto non applicare una norma manifestamente incostituzionale. Questo è un altro dei nodi che deve essere sciolto. E le cifre che ballano sono sicuramente ingenti. Sì, perché l’eventuale risarcimento riguarda non solo i direttori generali, ma anche i direttori sanitari e amministrativi e quelli socio sanitari che son stati sostituiti. In molti casi, si parla di decine di migliaia di euro a testa. In pratica dovrà essere corrisposta la differenza tra la somma che avrebbero percepito come direttori delle aziende e quella che invece hanno ricevuto nelle funzioni ricoperte in questi mesi. Di certo, sommando tutte le posizioni potenzialmente coinvolte, l’impatto complessivo per le casse regionali potrebbe diventare significativo.

Un secondo scenario, quindi, potrebbe essere rappresentato da un accordo tra la Regione e ognuno dei direttori sul risarcimento. Questo potrebbe evitare sia il reintegro operativo, che per la verità forse alcuni degli ex direttori, per ragioni evidenti, non sembrano nemmeno desiderare, sia un contenzioso lungo e costoso. Una eventualità questa che al momento appare però tra le più remote proprio perché, come detto in precedenza, le posizioni appaiono davvero molto distanti. Nel frattempo, rimane la sensazione di una grande confusione e di una sorta di partita a scacchi nella quale un po’ tutti attendono la mossa degli altri e nel frattempo studiano dal punto di vista giuridico gli effetti di ogni decisione assunta. Un passo falso rischia infatti avere un pericoloso effetto a catena. Questo spiega la grandissima cautela con la quale viene affrontata da tutti i protagonisti che evitano quasi del tutto le dichiarazioni. La vera incognita, piuttosto, è politica: se e come la Giunta intenda uscire da un’impasse che rischia di trasformarsi in un danno economico e istituzionale dagli effetti non ancora del tutto quantificabili sia dal punto di vista economico che politico.

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