La Nuova Sardegna

L’indagine

Prepotenti, possessivi e gelosi: allarme violenza fra gli studenti

di Massimo Sechi
Prepotenti, possessivi e gelosi: allarme violenza fra gli studenti

Eurispes: per il 43% dei ragazzi l’aggressività verso le donne è un “fenomeno sempre esistito”

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Sassari Solo quattro studenti sardi su dieci ritengono la violenza di genere “allarmante” nella sua diffusione attuale; al contrario, una percentuale ancora maggiore, pari al 43%, lo riduce a “fenomeno che è sempre esistito”, arrivando quasi a minimizzare o quasi ad accettare con rassegnazione la sua entità.

Sono alcuni dei dati dell’indagine “Educazione alla parità e al rispetto nelle scuole sarde”, condotta da Eurispes Sardegna in collaborazione con la garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza. La ricerca è stata realizzata attraverso la somministrazione di questionari anonimi a 1.855 studenti dell’Isola.

I dati Oltre a quelli già citati nell’indagine sono presenti anche altri i dati che inducono a pensare che si debba lavorare ancora di più e meglio tra le nuove generazioni su tutti i temi legati alla violenza. Un altro esempio significativo: circa un ragazzo su dieci ritiene la violenza fisica in qualche modo giustificabile, in particolare se scatenata da un tradimento. In questo caso l’8,8% la ritiene giustificabile e il 3,4% “una cosa normale” in tali circostanze. Persino la violenza verbale viene minimizzata: tra i giovani che subiscono grida o insulti dal partner, il 14,4% ne sminuisce e non poco la gravità: la percentuale è infatti la somma tra il 10% che la ritiene normale e il 4,4% che la considera addirittura una prova d’affetto. Ma c’è di più: il controllo ossessivo viene spesso normalizzato: circa un quinto dei giovani non considera il controllo dello smartphone del partner una mancanza di rispetto; di questi, il 4,4% lo interpreta addirittura come una sorta di “dimostrazione di affetto o di amore”. Lo conferma il fatto che uno studente su quattro ammette di aver controllato il telefono del partner almeno una volta.

Sfera sociale Forme di possessività e gelosia si manifestano anche nel controllo della sfera sociale: circa due studenti su dieci (17,4%) hanno chiesto al partner di interrompere delle amicizie per gelosia, e uno su dieci (10,7%) ha chiesto al partner di modificare il proprio abbigliamento. La preoccupazione per le risposte degli studenti si estendono alla giustificazione della violenza a sfondo sessuale. Circa uno studente su sette dimostra di non avere la reale percezione della gravità delle molestie sessuali, con il 4% che crede che l’abbigliamento succinto possa istigare l’aggressione e l’1,9% che addirittura imputa parte della colpa alla vittima se è stata troppo socievole.

Revenge porn Analogamente, sul fenomeno del “revenge porn”, pur essendo riconosciuto come violenza dal 79,1%, circa uno studente su cinque (il 20,5%) non lo condanna come dovrebbe, e l’11,2% ritiene che la vittima abbia una parte di colpa per essersi fatta fotografare o filmare. Inoltre, quasi sei studenti su dieci (57,9%) sottovalutano l’impatto del linguaggio violento o sessista presente in alcuni generi musicali, ritenendolo volgare, ironico o incapace di influenzare i propri atteggiamenti. Nonostante l’84,7% degli studenti affermi che i temi della violenza e del bullismo siano stati affrontati a scuola, l’istituzione non è la prima risorsa di supporto.

Il silenzio Di fronte a esperienze di disagio o violenza, quasi il 30% dei ragazzi (29,4%) decide di non parlarne con nessuno. Coloro che cercano aiuto si rivolgono principalmente ad amici (31,8%) o familiari (31,1%), mentre solo il 7,7% si confida con un insegnante o personale scolastico. Questa fragilità nel riconoscere e denunciare la violenza porta alla luce quella che diventa una sorta di sfida educativa da portare avanti con grande decisione: promuovere sempre di più e senza sosta una cultura del rispetto che veda coinvolti direttamente la scuola, la famiglia e la società.

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