La Nuova Sardegna

Sassari

P3: primo round sulle intercettazioni

di Elena Laudante
P3: primo round sulle intercettazioni

A Roma l’ udienza preliminare per Carboni & C: il processo slitta a giugno, le Camere decideranno sulle trascrizioni

22 aprile 2012
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INVIATO A ROMA. «Domani fanno la giunta e sabato ne fanno un'altra volante per la nomina...Cappellacci mi ha detto di rassicurare te e Marcello». Potrebbe esserci anche questo “conforto” telefonico di Denis Verdini a Flavio Carboni, a proposito della nomina di Ignazio Farris all’Agenzia regionale Ambiente della Sardegna, tra le intercettazioni che finiranno al vaglio del Parlamento, prima di andare a formare le prove d’accusa nell’eventuale processo sulla “P3”. Quello sull’utilizzo degli ascolti della Procura di Roma è tema centrale per sostenere l’accusa a Carboni, Verdini, Marcello Dell’Utri e altri 17 imputati, molti dei quali sardi. Ecco perché all’apertura dell’udienza preliminare davanti al Gup Elvira Tamburelli, ieri mattina in piazzale Clodio, il pm Rodolfo Sabelli ha subito calato le carte. «Chiederò la trascrizione di molte intercettazioni», ha annunciato alla trentina di avvocati presenti in aula, in un Palazzo di giustizia semideserto dove non è comparso nessun imputato. Il magistrato ha depositato una lunga memoria, l’elenco delle intercettazioni che provano - secondo il pm, titolare dell’inchiesta con l’aggiunto Giancarlo Capaldo - come la “P3” fosse una loggia che mirava a condizionare «gli organismi costituzionali dello Stato» col contributo di esponenti del Pdl. Ma su un altro versante, lo stesso gruppo avrebbe puntato ad invadere l’isola con l’eolico sporco, anche grazie alla nomina strategica di Farris voluta da Cappellacci, imputato di abuso d’ufficio.

Le conversazioni. Le intercettazioni svelano i retroscena del presunto piano segreto, ne descrivono intenzioni di affari poi sfumati e la ricerca affannosa di appoggi politici. Ma coinvolgono parlamentari quali Verdini e Dell’Utri, e le Camere di appartenenza devono autorizzare la magistratura a farle finire nel fascicolo processuale. Sarà il Gup, a partire dalla prossima udienza del 16 giugno, a stabilire quali abbiano una reale validità probatoria, e per le quali sarà chiesto il via libera a Camera e Senato. A meno che i difensori dei 20 imputati non si oppongano, e il Gup dia loro ragione. «Bisognerà capire quali sono le intercettazioni contenute nella memoria depositata dal pm», spiega il professor Franco Coppi, che assiste Verdini con il legale Marco Rocchi. «A quel punto presenteremo le nostre osservazioni». È facile prevedere che su questo punto si giocherà gran parte della partita processuale, soprattutto rispetto all’accusa principale, la violazione della legge contro la ricostituzione di associazioni segrete.

L’archiviazione. Prevedibile, ma non scontata, pochi giorni fa è arrivata l’archiviazione di due posizioni che inizialmente sembravano chiave nel filone sardo dell’inchiesta, quello sugli appoggi a Carboni da viale Trento. Il Gip ha scagionato, con decreto di archiviazione, l’ex assessore regionale all’Urbanistica Gabriele Asunis e uno degli uomini più vicini a Cappellacci, Guido Piga, ex direttore dell’Autorità d’ambito (entrambi si erano dimessi), inizialmente indagati di concorso in corruzione col presidente, anche lui uscito indenne da questa accusa.

Il direttore di banca. Oltre alle questioni sulle intercettazioni, ieri è arrivata la prima mossa difensiva. È quella di Stefano Porcu, ex responsabile della filiale Unicredit di Iglesias, accusato di non aver segnalato i movimenti sospetti sui conti di Carboni e la compagna Antonella Pau, imputata, sua prestanome. Porcu giura di non aver mai avuto «rapporti privilegiati» con l’imprenditore di Torralba. Tanto che il difensore Massimiliano Ravenna ha depositato i verbali di sei impiegati della filiale pronti ad assicurare che Porcu, in una occasione, abbia addirittura inviato una segnalazione alla centrale protesti per un assegno depositato sul conto della Pau (difesa da Agostinangelo Marras) rivelatosi scoperto. Porcu era stato l’unico degli imputati sardi a farsi interrogare, dopo la chiusura dell’inchiesta nell’estate 2011. Ma i pm non aveva creduto alla sua estraneità.

Imputati sardi. Durante le indagini Ugo Cappellacci (assistito dai legali Guido Manca Bitti e Alessandro Diddi) era andato per due volte a Roma a professare la sua innocenza. Resta imputato di abuso d’ufficio per la nomina di Farris, sotto accusa come lui assieme agli altri sardi: oltre a Porcu, Pau, la moglie di Carboni Maria Laura Scanu Concas, l’ex consigliere provinciale dell’Iglesiente Pinello Cossu, l’ex funzionario del Comune di Porto Torres Marcello Garau, accusato di aver aiutato Carboni a ottenere fondi pubblici per bonificare l’ex discarica di Calancoi, un aiutino al regista della P3 che di quell’area è proprietario.

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