La Nuova Sardegna

Sassari

Dall’assemblea di Cossoine un no al mega impianto solare

di Mario Bonu
Dall’assemblea di Cossoine un no al mega impianto solare

Non piace il progetto di Energo Green che prevede una distesa di specchi e acciaio su 160 ettari nella piana di Su Padru-Campu Giavesu: «Così si devastano le nostre migliori aree agricole»

04 agosto 2012
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COSSOINE. I numeri sono davvero impressionanti: 160 ettari di superficie coperta, 30 Mw di potenza, 300 milioni di euro di investimento, 200 operai per 2-3 anni, 60 a regime. Ma evidentemente, i cossoinesi non sono così facilmente impressionabili, per cui, nell’assemblea popolare in cui è stato presentato, hanno detto un “no” forte e chiaro al progetto della Energo Green, per la realizzazione di mega impianto di solare termodinamico nella piana di Su Padru-Sena-Campu Giavesu. Forse un no, anche perché, di quel mirabolante progetto, l’unica cosa certa al momento, è l’impatto devastante di 160 ettari – 145 in territorio di Cossoine e 15 in territorio di Giave - di strutture di acciaio e di specchi che andranno a coprire praticamente tutta la piana, mentre totalmente vaghe sono apparse le prospettive di ricadute occupazionali. In quasi tre ore di confronto teso e appassionato, sono state sviscerate le molte le implicazioni di un progetto che, comunque lo si guardi, sarebbe destinato a modificare radicalmente l’ambiente e le prospettive di sviluppo di Cossoine. Dopo l’introduzione del sindaco, Alfredo Unali, che ha parlato dei forti dubbi sul progetto anche in seno al consiglio comunale, le linee essenziali dell’intervento sono state esposte dall’architetto della Energo Green, Luciano Virdis. Che ha ammesso “l’impatto visivo non di poco conto”, che verrebbe attenuato(?) dalle cosiddette “opere di mitigazione”: cespugli e piante intorno all’impianto. L’architetto Virdis ha poi spiegato il principio di funzionamento delle parabole che catturano i raggi del sole. Ma già dal primo intervento, quello del sindaco di Giave, si è capita l’aria che tirava.

“Sarebbe una devastazione per le uniche aree agricole di pregio che il territorio possiede – ha detto Renato Deiana – perché non andate a farle nelle aree industriali dimesse?”. Il sindaco ha anche aggiunto di non credere ai dati sull’occupazione ed ha assunto l’impegno a fare di tutto per contrastare l’iniziativa. Dello stesso tenore l’intervento di Tore Virgilio, capogruppo della minoranza di Cossoine. «Ci state sottraendo la pianura più importante del Meilogu – ha detto Virgilio - si tratta di un atto in puro stile coloniale!».

Tore Virgilio ha proposto la costituzione di un comitato per la difesa della piana. Molti degli altri interventi – fra cui, quello del professor Leopoldo Ortu, di Maria Antonietta Uras, di Giovanni Carboni, di un agronomo di Sassari – hanno sollevato dubbi sulla falda acquifera, sulla sottrazione dei terreni all’agricoltura, sulla pesante ipoteca per le prospettive turistiche del territorio. Unica voce fuori dal coro, quella di Felice Nurra, uno dei proprietari dei terreni interessati all’intervento. Alla fine, Alfredo Unali ha preso l’impegno a portare avanti il confronto per poi arrivare a prendere poi una decisione finale.

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