La Nuova Sardegna

Sassari

«Chimica verde o bomba a orologeria?»

«Chimica verde o bomba a orologeria?»

Riformatori, Ordine dei medici e Isde: «Rischio inquinamento, la Regione riferisca sul progetto»

24 novembre 2012
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SASSARI. Sulla carta si presenta come “chimica verde”, ma nelle paure dell’Isde (Medici per l’ambiente), dell’Ordine dei medici sassarese e del gruppo dei Riformatori sardi in Consiglio regionale, il tanto atteso progetto Matrica promosso da Eni e Novamont nel sito industriale di Porto Torres rischia di rivelarsi un bluff per l’economia isolana e un bomba ecologica a orologeria per l’ambiente e la salute dei sardi. Le preoccupazioni per il progetto da 1.200 milioni di euro per la riconversione industriale del sito petrolchimico in “un polo di produzione di monomeri-bio, bio-plastiche, bio-lubrificanti, additivi per gomme ed elastomeri, nonché di cogenerazione energetica da biomasse" sono state denunciate ieri mattina, in un’insolita conferenza stampa all’aperto, in piazza d’Italia. Sotto un sole quasi primaverile e gli sguardi incuriositi dei passanti, il gruppo dei Riformatori ha illustrato il contenuto di una mozione depositata in Consiglio regionale, con cui chiedono al governatore, Ugo Cappellacci, di riferire in aula sullo stato del progetto Matrica, rispondendo ai dubbi sulla reale portata economica e occupazionale che l’investimento avrà sul territorio, e sui rischi per la salute e l’ambiente.

«Noi crediamo nel progetto Matrica, ma non vorremmo che questo investimento si riveli una bufala, così come è stato per altre iniziative dell’Eni nel nostro territorio», ha esordito il consigliere regionale, Pietrino Fois. «Gli agricoltori sardi non sono stati coinvolti finora in un progetto che prevede una filiera agroindustriale per la produzione di biomassa dalla coltivazione del cardo», ha ammonito Antonello Gregorini, coordinatore del Centro studi dei Riformatori. «Con la nostra mozione ci agganciamo al documento analogo presentato dal consigliere Claudia Zuncheddu e sottoscritto da altri colleghi del centrosinistra per chiedere chiarezza a Eni e al presidente della Regione su un progetto di cui condividiamo lo spirito e le finalità», ha spiegato il consigliere regionale Pierpaolo Vargiu. Ma la scossa è arrivata dai medici. Alessandro Arru in rappresentanza dell’Ordine dei medici, ha bocciato senza appello la realizzazione della centrale elettrica a biomasse, a sostegno dei nuovi stabilimenti industriali “verdi”: «È sovradimensionata e davvero poco compatibile con la politica verde alla base dell’investimento. Inoltre è prevista una caldaia alimentata da combustibile fok, altamente tossico e quindi responsabili di emissioni nocive».

Ancora più duro è stato Vincenzo Migaleddu, dell’Isde: «La centrale a biomasse si rivelerebbe molto più inquinante di quelle a olio combustibile perché immetterebbe nell’atmosfera polveri sottili e ultrasottili impossibili da bloccare con i filtri e fortemente inquinanti e pericolose per la salute umana». (v.g.)

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