La Nuova Sardegna

Sassari

tribunale

Cubano picchiato con spranga di ferro: romeno condannato

di Elena Laudante
Cubano picchiato con spranga di ferro: romeno condannato

SASSARI. «Siamo andati e lo abbiamo distrutto lì...gli ho girato la mascella nelle spalle». Classica confessione fuori-processo, per il romeno accusato di aver pestato con una spranga di ferro un...

09 gennaio 2013
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Siamo andati e lo abbiamo distrutto lì...gli ho girato la mascella nelle spalle». Classica confessione fuori-processo, per il romeno accusato di aver pestato con una spranga di ferro un cittadino cubano, col quale aveva litigato per qualche sguardo di troppo alla sua donna.

La mattina del 3 marzo scorso il cubano era stato trovato in una pozza di sangue, in piazza Colonnello Serra, al centro, privato del portafoglio col documento di soggiorno. E da allora le sue condizioni sono migliorate di poco: ha riportato danni permanenti alla mascella, sulla quale forse l’imputato aveva infierito così tanto da farvi riferimento nell’intercettazione captata prima dell’arresto. E ieri è arrivata la condanna per Miluta Catalin Mosnegutu, vagabondo un tempo a Sassari, romeno di 26 anni: in abbreviato il giudice gli ha inflitto 5 anni e 7 mesi di reclusione (è in custodia cautelare) per lesioni gravi e rapina, quasi in linea con quanto sollecitato dalla pubblica accusa, rappresentata in aula dal pm Gianni Caria.

Prima della discussione, Mosnegutu - assistito dal penalista Paolo Spano - ha provato a fornire una versione difensiva, ad alleggerire quantomeno la componente psicologica del corposo carico probatorio raccolto dalla questura. Ma il giudice dell’udienza preliminare Rita Serra non si è potuta discostare dalla posizione della Procura. Al cubano, parte civile con l’avvocato Federica Strusi Usai, è stata assegnata una provvisionale di 10mila euro, il resto del risarcimento dovrà quantificarlo, eventualmente, un giudice civile, perché quelle botte gli impediscono di masticare e parlare normalmente. Non sarà più come prima. Proprio in virtù di questo indebolimento permanente, il gup ha inflitto una pena particolarmente severa - per i reati di lesioni gravi e rapina - se si tiene conto della riduzione secca di un terzo, che deriva dal rito abbreviato.

Per il resto, il romeno ha fatto quasi tutto da sé: telefonate ad amici e parenti nelle quali faceva riferimento al pestaggio, e poi la fuga nel Lazio da dove sperava di lasciare l’Italia per la Danimarca. Il 3 marzo aveva incontrato la sua futura vittima in un circolo del centro storico, e sembrava interessato alla ex ragazza del cubano, che non ha sopportato l’affronto. Si erano affrontati nel locale, poi il romeno era stato buttato fuori e il cubano ospitato da un’amica, lì vicino. All’uscita dalla casa, ancora brillo per quanto bevuto nel locale, aveva trovato il romeno - rimasto ferito a una guancia - che nel frattempo aveva cercato rinforzi: sono due gli aggressori non identificati. E giù con botte a colpi di spranghe, tali da provocare un trauma cranico, spaccargli la mandibola (rinsaldata con placche) e fratturargli il naso. Non pago, il gruppo gli aveva preso il portafogli dove teneva documenti e soldi, circa 100 euro. Ieri la condanna.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative