La Nuova Sardegna

Sassari

Auto bruciata: «È intimidazione»

Auto bruciata: «È intimidazione»

Il titolare di una ditta che svolge manutenzioni per E.On denuncia il clima pesante a Fiume Santo

27 aprile 2013
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PORTO TORRES. Nella notte tra mercoledì e giovedì scorso, qualcuno si è introdotto nel parcheggio della sua azienda, ha prelevato un vettura e l’ha portata via.

E fin qui avrebbe tutta l’aria di essere il classico furto.

Ma è ciò che è accaduto dopo che non convince affatto Salvatore Sechi, cioè il proprietario di quell’auto.

Infatti i carabinieri, la mattina successiva, ritrovano il veicolo incendiato e completamente distrutto nella zona industriale di Porto Torres.

Il dettaglio strano è che a bordo dell’utilitaria si trovavano sofisticate apparecchiature elettroniche, del valore di circa diecimila euro. Chi ha appiccato il fuoco non si è preso nemmeno la briga di portarle via, oppure, come teme il proprietario, non ha proprio voluto sottrarle dalle fiamme.

Perché quelle attrezzature ridotte in cenere potrebbero avere un significato ben diverso: «Non mi sembra il classico furto o il semplice danneggiamento fine a se stesso – sostiene Salvatore Sechi – purtroppo dietro io ci leggo un vero e proprio atto intimidatorio verso di me e verso la mia azienda. Ho spiegato bene la situazione ai carabinieri. Ho paura che il clima, da queste parti, si stia facendo veramente pesante».

Quell’auto, infatti, è un mezzo aziendale. E’ intestato alla Salvatore Sechi Impianti industriali, con sede a Sassari, che si occupa da una trentina d’anni di manutenzione di impianti antincendio e di manutenzione di impianti di condizionamento. L’azienda dal 90 ha sempre lavorato per conto dell’Enichem, ma da poco ha acquisito due importanti appalti presso la centro E.On di Fiume Santo.

«Ce li siamo aggiudicati – spiega il titolare – partecipando a una gara aperta bandita da E.On tramite il suo portale informatico. Questa è una novità rispetto alle procedure del passato, perché sino ad ora non venivano mai stipulati contratti diretti con le aziende, ma la multinazionale dell’energia si rivolgeva sempre alla mediazione dei consorzi».

Poi le regole sono cambiate, è subentrata la legge sulla trasparenza degli appalti, e le normative europee hanno trasformato i metodi di affidamento: «Siamo un’azienda certificata, abbiamo semplicemente presentato un’offerta migliore delle altre sul profilo del rapporto qualità prezzo».

Però, se i sospetti di Salvatore Sechi dovessero essere fondati, qualcuno non ha gradito l’invasione di campo. E il messaggio dell’auto in fiamme sarebbe chiaro: «Quella vettura viene utilizzata per le manutenzioni degli impianti. E quelle apparecchiature si trovano sempre al suo interno perché c’è una reperibilità di 24 ore su 24. In caso di emergenza i tecnici devono essere pronti a intervenire. Io ritengo questo atto molto grave, non è la prima volta che mi capita di stare sotto pressione – conclude Salvatore Sechi – Non ho mai ricevuto minacce, ma buoni consigli sì. L’aspetto inquietante è che, se fosse davvero come penso io, allora vorrebbe dire che a Porto Torres si incominciano a usare metodi di intimidazione non consueti per quel territorio». (lu.so.)

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